La Riccitelli, infatti, ha voluto fare alcune puntualizzazioni, in relazione ai contatti avuto con il direttivo di Acs il quale aveva proposto di organizzare un unico cartellone con la gestione del 50% degli spettacoli ciascuno.
Secondo la Società, infatti, solo dopo il loro annuncio, fatto lo scorso 1 aprile, della presentazione del cartellone di prosa in programma il 13 aprile con il direttore artistico Ugo Pagliai, sarebbe arrivata una mail di Acs con la richiesta ufficiale di collaborazione che avrebbe dovuto prevedere “una stagione unica condivisa pur in non meglio identificato rispetto delle reciproche autonomie e individualità”. L’incontro per chiarire meglio la situazione tra il segretario della Riccitelli, Leandro Di Donato e il presidente di Acs, Federico Fiorenza, avviene il 6 aprile mentre l’11 aprile c’è il Cda della Riccitelli in cui viene riportato l’esito del dialogo avuto e durante il quale sarebbe arrivata la notizia della conferenza stampa organizzata da Acs in programma questa mattina.
“Tralasciando i dettagli di una collaborazione già così confusa e di difficile realizzazione”, scrive la Riccitelli, “appare strano l’arrivo della richiesta solo dopo la presentazione da parte di ACS della sua Stagione di Prosa; appare strana la meraviglia dei vertici di ACS nel verificare che la Riccitelli, come da comunicazioni ufficiali, stava e sta procedendo alla definizione della conferenza stampa di presentazione della nuova stagione”.
Inoltre le “stranezze”, secondo la Riccitelli, starebbero anche nella maniera personalistica in cui Fiorenza avrebbe interpretato i colloqui telefonici con Di Donato, così come nella tempistica “interpretata come un rifiuto alla collaborazione” e “l’accanimento nel voler impedire a una Società, dopo 12 anni, il regolare svolgimento delle sue attività istituzionali nell’ambito del teatro di prosa”.
“Se il Teatro Comunale di Teramo appartiene alla città”, si legge nella nota, “la Riccitelli, come ogni altra istituzione o associazione, non può averne precluso l’utilizzo. Se la cultura, l’arte, il teatro, sono non soltanto un patrimonio individuale e collettivo ma sinonimi di pensiero libero, di rispetto, di formazione e rafforzamento di senso civico e di educazione, di tolleranza, di libertà, allora nessuno dica a nessuno cosa può e soprattutto cosa non può fare”.
Domani, dunque, ci sarà, come da programma, la presentazione del cartellone della prossima stagione alla stampa. Con la certezza che la querelle non finirà qui.