Attraverso indagini tecnologicamente avanzate, mai utilizzate in precedenza su molluschi bivalvi marini, è stato possibile evidenziare importanti relazioni tra l’età delle vongole e la loro capacità immunitaria.
“Anche le vongole – ha spiegato Pietro-Giorgio Tiscar – hanno un sistema immunitario, così come hanno un’età. È stato dimostrato che vongole di circa tre anni mostrano una maggiore efficienza di taluni parametri immunitari rispetto a organismi di un anno, in virtù di una maggiore concentrazione di emociti granulocitari. Rapportato agli umani o agli animali superiori, è come se si affermasse che i globuli bianchi, che rappresentano le cellule del sangue deputate alla risposta immunitaria, modulassero tale risposta a seconda dell’età dell’organismo. I molluschi bivalvi marini – ha aggiunto il docente – possiedono un sistema circolatorio ematico caratterizzato dalla presenza di cellule specifiche, gli emociti, che presentano notevoli somiglianze funzionali con i globuli bianchi dei mammiferi. La sperimentazione è stata condotta purificando le differenti sottopopolazioni degli emociti e verificando che una particolare tipologia, definita come granulociti, mostrava una maggiore attività immunitaria. La migliore attitudine difensiva delle vongole più grandi era quindi riconducibile a una maggiore concentrazione di emociti con caratteristiche di granulociti. Le vongole adriatiche – ha poi puntualizzato Tiscar – sono presenti e pescate lungo tutta la costa dell’Adriatico centro settentrionale, rappresentando una fonte economica importante per il settore della pesca. Tuttavia, negli ultimi anni, si sono registrati ricorrenti episodi di mortalità delle vongole in associazione a una notevole variabilità del reclutamento, imputabile in gran parte al loro scarso accrescimento. La minore crescita delle vongole nel tempo determina un significativo ritardo nel raggiungimento della taglia minima pescabile di 25 mm, inducendo danni economici anche importanti agli operatori del settore. Il reale significato biologico della rilevazione effettuata – ha proseguito – appare originale e di difficile interpretazione. In linea generale, infatti, un qualunque soggetto vivente, una volta raggiunta l’età riproduttiva, che per le vongole si attesta a circa un anno di vita, manifesta già tutte le funzionalità organiche ampiamente espresse e nella loro massima potenzialità. Pertanto, non vi dovrebbero essere apparenti motivi di migliorare le proprie “performances” con il progredire dell’età. Risulteranno, pertanto, fondamentali – ha concluso Tiscar – quei condizionamenti effettuati dall’ambiente o dal prelievo di pesca capaci di operare delle selezioni sulle caratteristiche biologiche delle vongole che, a seconda dei casi, potranno presentare conseguenze favorevoli o sfavorevoli al benessere delle comunità degli organismi marini e delle comunità umane che in vario modo traggono, attraverso l’utilizzo del tratto costiero, i presupposti del loro sviluppo sia economico che sociale e culturale. Voglio sottolineare, infine, il ruolo dell’Università di Teramo che, operando in connessione con il proprio territorio, contribuisce all’avanzamento generale della conoscenza ma anche alla risoluzione di problematiche locali”.