Quando un grande della cultura e della sociologia italiana ed internazionale, accetta un’intervista, per chi la realizza è un momento oserei dire magico, inebriante e fantastico. Quando questo personaggio è FRANCESCO ALBERONI lo è certamente ancor di più. E’ stato per me e il nostro giornale, una grandissima emozione ed un grande onore. Non servono ulteriori preamboli in questi casi, ma si ha bisogno solo della voglia di esplorare le sue parole, le frasi, il loro significato, di carpirne il senso profondo, come in una specie di caccia al tesoro. Il tesoro della conoscenza e del sapere.
Professor Alberoni, partiamo dal suo ultimo libro, che ho letto con molto coinvolgimento emotivo: RACCONTI D’AMORE (Rizzoli). Ho sottolineato come spesso faccio con una matita le parti che mi hanno colpito maggiormente: nel capitolo LA LETTERA ad esempio, quando viene scoperto un tradimento si afferma che, la lettera appunto, appare “…oscena terrificante come essere sul palco della ghigliottina con la testa già imprigionata che guarda il canestro dove cadrà…” PERCHE’ SI TRADISCE?
“Esistono mille motivi per tradire. Per stanchezza, noia. Ma anche per non voler affatto perdere l’occasione che ci presenta davanti. Il tradimento può anche avvenire per la voglia di esplorare un mondo diverso dal nostro. In qualsiasi momento tra due persone può nascere un’intimità ed un affetto che porta al tradimento. La famosa scappatella invece, rappresenta più il desiderio di provare una nuova emozione, mossi dalla novità o dalla curiosità. Nel caso specifico della LETTERA, invece, la protagonista del racconto conservava in modo morboso le lettere del suo ex. Questo faceva apparire al suo attuale compagno come se il tradimento si stesse consumando ancora. Anche questo può essere un tradimento se vogliamo”.
Esiste qualcosa di assimilabile all’ingordigia D’AMORE, intesa prevalentemente in senso sessuale?
“Certo che esiste. Una specie di abbuffata di erotismo. Spesso accade, sovente però per un periodo limitato della vita. Due persone si incontrano in una vacanza, si pensi ad esempio alla classica straniera in cerca del famoso bagnino riminese. L’ingordigia dura fino a quando poi la turista non riparte per il suo Paese e spesso in questa occasione si dicono le tipiche frasi come “…ti verrò a trovare presto…”, cosa che però nella realtà non accadrà quasi mai. Questo perché il rapporto tra i due è basato solo sul divertimento sessuale, non c’è coinvolgimento spirituale o amore. Invece la vera ingordigia d’amore è più facilmente riscontrabile in due amanti che si amano profondamente. Loro davvero non sono mai sazi l’una dell’altro”.
Sfogliando il dizionario della lingua italiana alla voce AMORE, si può notare come tra i vari significati attribuiti a questo termine c’è scritto: “avere male fisico per amore”. Professore quando questa condizione si manifesta? L’amore non corrisposto può provocare il MAL D’AMORE?
“Altroché! Si può anche arrivare a gesti efferati per il mal d’amore e gelosia. Ma c’è differenza tra uomo e donna. Il primo per sofferenza amorosa è tendenzialmente più aggressivo, mentre la seconda è più facile preda della depressione. Esiste anche un altro aspetto del mal d’amore e si manifesta quando un componente della coppia non ama in modo completo o costante, dicendo prima “si” poi “no”, o peggio tradisce l’altro. Tutto ciò rende insicuro il rapporto. Fondamentalmente però tutto è ricollegabile, in questo caso, alla gelosia, che se immotivata passa in fretta. Il peggio invece avviene quando un componente della coppia di punto in bianco dice all’altro: “io non ti amo più!”. In questi casi, è vero che possono accadere gesti fuori dall’ordinario. Per fortuna però la maggior parte delle persone si limita a soffrire. Del resto anche i dolori che questa condizione provocano, scompaiono con il tempo”.
In uno studio, recentemente pubblicato anche dalle nostre testate, si afferma che le emozioni e la ricerca della felicità in amore hanno addirittura surclassato, in una virtuale classifica, il desiderio, che si pensava fosse il più ambito, ovvero quello dell’arricchimento economico. Quanto oggi la felicità può rappresentare il vero punto di arrivo nella vita quotidiana? “Questo dipende da come è posta la domanda di chi fa la ricerca. Tuttavia secondo me, il desiderio di ricchezza è ancora ben saldo all’interno della nostra società. Sono in particola modo le donne a sostenere che l’amore è più importante. Infatti sono loro che parlano di più d’amore con il partner, ma anche tra di loro. Con un sorriso dico che: poi magari ne combinano tante, ma allo stesso modo ne parlano anche tanto”.
Tornando al suo ultimo lavoro, la mia matita ha sottolineato questa frase nel capitolo LA RIVALE: “…Victor ti chiedo scusa, ma prova a guardarci dall’esterno, siamo due poveracci che le hanno provate tutte e hanno fallito in tutto, o ci mettiamo a piangere o a ridere…”. I personaggi hanno scelto di ridere. Cosa manca alla gente oggi per sdrammatizzare?
“Oggi è molto importante aver la capacità di ridere. Le faccio un esempio: ho un’amica che è scoppiata in un riso irrefrenabile quando ha fatto indossare al suo cagnolino un cappottino che lei stessa le aveva confezionato. Era la situazione paradossale che ha provocato l’ilarità. Come nel caso dei personaggi del racconto, è fondamentale oggi avere un animo sereno ed ottimista”.
Lei affermava che: “i singoli individui si fanno sedurre dai nuovi beni, dai nuovi costumi e tradiscono le proprie tradizioni. La vita sociale si -sregola-, il disordine cresce paurosamente”. Profetico professore a giudicare dai tempi attuali che stiamo percorrendo…
“Si ha ragione, sono quasi stato profetico. A guardare bene però questo che lei cita è già avvenuto in passato. Il fenomeno avviene ad onda o montagne russe, se vogliamo. Ci sono dei periodi in cui tutto sembra perduto e successivi in cui tutto si aggiusta. Si pensi ad esempio alla recente proposta del ministro dell’istruzione coreano che ha intenzione di togliere dalle scuole libri e quaderni, per sostituirli con i nuovi “i-pad”. La nuova tecnologia rischia in questa maniera di far perdere la capacità di imparare a scrivere o semplicemente di sfogliare un libro in biblioteca alle future generazioni. Sarebbe una perdita culturale catastrofica. Spero vivamente che i coreani cambino idea, e le dico che se potessi parlare adesso con il Ministro dell’Istruzione coreano gli direi di ripensarci e lasciar perdere. Ma non è affatto detto che non lo incontri sul serio al più presto!”
Marcello Perpetuini