Decine e decine di fan, sfidando il grande caldo e l’afa, sono in fila già da questa mattina davanti allo stadio: gli spettatori che hanno acquistato i biglietti per il prato, infatti, sperano di conquistare un posto sotto al palco.
I cancelli sono stati aperti alle 16.30, nel frattempo Lorenzo Chierubini, in arte Jovanotti si prepara per l’esibizione di stasera: “Verso Pescara – ha scritto su Twitter alcune ore fa – Arriviamo!!!”.
Per l’occasione sono numerose le modifiche alla viabilità, in particolare, via Elettra, oltre all’antistadio, è chiusa al traffico già dalle 6 del mattino. Dalle 13, orario in cui è stata imposta la chiusura del mercato, sono state interdette alla circolazione e alla sosta anche viale Pepe e ampi tratti di via D’Avalos, fino all’Aurum. L’area è presidiata fin dalle prime ore del mattino da una trentina di vigili urbani.
Ma i commercianti di Portanuova protestano contro le direttive del Prefetto di Pescara (ndr, Vincenzo D’Antuono) che ha emesso nuovamente un’ordinanza di divieto di somministrazione e vendita di alcolici. “Si ripresenta nuovamente scrivono in una nota Gianluca Monaco di Terra Nostra, Paola Grannonico in rappresentanza di commercianti di via D’Avalos e Pietro D’Agostino del Comitato Portanuova – il problema sollevato durante le partite di campionato del Pescara, come se la festa per un concerto fosse diventata un problema di ordine pubblico e sicurezza. A nulla è servito l’incontro avuto con il comitato per l’ordine e la sicurezza svoltosi a maggio. In questo caso non ravvediamo assolutamente una questione di pericolo ma bensì una festa per la cittadinanza. Lo stesso problema si sarebbe posto per il concerto di Alex Britti al Porto Turistico, vista la notevole affluenza di spettatori ma non ci risulta che per quell’evento sia stato ordinato il divieto di vendita e somministrazione. Pertanto le attività non ci stanno a farsi prendere per i fondelli e informano che non rispetteranno l’iniqua e lesiva ordinanza prefettizia né per il concerto di Jovanotti né per tutti gli altri eventi di spettacolo previsti per questa stagione estiva.
La protesta di Confesercenti. “Solo dopo pranzo è stata notificata ai commercianti ed agli esercenti della zona Stadio l’ordinanza prefettizia di divieto di vendita di alcolici che scatta dalle 16.30 in vista del concerto di Jovanotti allo Stadio Adriatico. Il ritardo nella consegna ha creato più di un disagio”. Lo afferma la Confesercenti di Pescara. “Siamo consapevoli delle necessità di tutelare al meglio l’ordine pubblico e gli esercenti sono pronti a fare la loro parte, come sempre” spiega l’associazione di categoria, “ma sarebbe necessario stilare un calendario degli eventi con divieti di questo tipo, per consentire alle imprese di organizzarsi. Fra l’altro, viene da chiedersi quale sia il vantaggio di vietare alcolici in un quartiere o in una città piccola come Pescara, quando basta allungare il tragitto di poche centinaia di metri per ritrovarsi in un’altra provincia e fare incetta di alcolici. Sarebbe utile esercitare poi un maggior controllo su quello che gli ambulanti arrivati da fuori regione vendono realmente”. Tutte ragioni per le quali la Confesercenti chiede alla Prefettura di Pescara “di convocare un tavolo per organizzare meglio il lavoro degli esercenti in vista dei grandi eventi, che per i pubblici esercizi non possono certo trasformarsi in occasione per perdere clienti”.
Commercianti contro Confesercenti. “Non accettiamo alcun intervento, né ingerenza, né affiancamento al problema delle ordinanze da parte di nessun sindacato di categoria. E’ la nostra risposta alla Confesercenti sulla problematica delle ordinanze prefettizie”. Con queste parole i rappresentanti di Terra Nostra, Commercianti via D’Avalos e Comitato Portanuova replica a Confesecenti che “ignora che un tavolo di discussione con la Prefettura e le forze dell’ordine c’è già stato e non ha portato alcun risultato. I sindacati di categoria non possono “svegliarsi” adesso né tanto meno possono parlare di “tutela” delle attività perché la crisi del settore commerciale nasce prima di quella finanziaria che stiamo vivendo. I sindacati hanno permesso la legiferazione per l’apertura di centri commerciali ed Outlet ed oggi non possono permettersi di sodalizzare con le stesse attività in crisi. Per quanto riguarda il contenzioso delle ordinanze prefettizie, ribadiamo che non accettiamo alcuna solidarietà né da Confesercenti, né da altri organismi e parlare di calendarizzazione degli eventi ed organizzazione vuol dire “non conoscere” la volontà espressa dalle forze dell’ordine ai tavoli per l’ordine e la sicurezza ai quali Noi eravamo presenti. La Confesercenti si faccia da parte, non ci piace essere presi in giro né dal Prefetto né tanto meno da chi avrebbe dovuto tutelare le piccole attività anni addietro”. La polemica continua con la replica dell’associazione di categoria che ribadisce: “In merito all’ordinanza di divieto vendita alcolici in zona Stadio, la Confesercenti di Pescara è intervenuta su sollecitazione dei propri associati della zona. Non pretendiamo la rappresentanza della totalità della categoria, ma non accettiamo di essere azzittiti da chicchessia, in particolar modo da chi accusando Confesercenti di non aver ostacolato a dovere il proliferare di centri commerciali e outlet incorre in un clamoroso errore storico e di rappresentanza del commercio a Pescara, in Abruzzo e in Italia”. Lo affermano il presidente provinciale di Confesercenti Pescara, Bruno Santori, ed il direttore provinciale Gianni Taucci in merito alle dichiarazioni di alcuni commercianti della zona Stadio che hanno attaccato la Confesercenti dopo che l’associazione imprenditoriale aveva espresso critiche nei confronti del divieto di vendita di alcolici in occasione del concerto di Jovanotti. “Chi ha utilizzato quelle parole” dicono Santori e Taucci “commette un errore storico, perché forse era in vacanza quando la Confesercenti ‘assediava’ il Consiglio regionale d’Abruzzo contro la legge che apriva indiscriminatamente i centri commerciali, e politico-associativo perché la Confesercenti è l’unica grande associazione nazionale di categoria che, per statuto, ha scelto di non rappresentare la grande distribuzione. Quindi, prima di accusare la Confesercenti, ripassassero l’alfabeto della rappresentanza delle imprese in Italia. Fermo restando che chiunque ha diritto ad esprimere le proprie opinioni, anche se rappresenta solo se stesso”.