I lavori, voluti dal sindaco Emidio Castricone e dal Comitato promotore dei lavori per il recupero della chiesa nella persona di Togo Anastasi, si sono protratti per circa tre mesi.
Il restauro è stato condotto da Luigi Franchi con la supervisione della Soprintendenza dei Beni Culturali della Regione Abruzzo che, nelle persone della Soprintendente Lucia Arbace e dell’ispettore Sergio Caranfa, ha garantito il corretto svolgimento dei lavori.
Le operazioni necessarie al recupero dell’importante opera, testimonianza di un’intensa e vivace scuola pittorica autoctona del ‘400, hanno attraversato varie fasi tra cui il consolidamento dell’intonaco che, a causa del terremoto, evidenziava ampie zone staccate dalla superficie muraria, la pulitura della superficie pittorica, la stuccatura di alcune profonde crepe che attraversavano in senso verticale la pittura e il reintegro cromatico dell’immagine.
“L’opera è una tempera grassa su muro e risultava molto indebolita probabilmente a causa delle scosse sismiche che hanno investito la città” spiega il restauratore Luigi Franchi. “Dal punto di vista storico artistico, questa tempera ci fa pensare ad una porzione di un ciclo decorativo molto più ampio incentrato sulle storie della Passione, come era nella tradizione delle chiese francescane. Infatti a pochi metri di distanza è stato rinvenuto un lacerto di una crocifissione che testimonierebbe come i lavori di ristrutturazione avvenuti durante il periodo barocco abbiano cancellato altre possibili pitture”.
L’autore dell’opera al momento è sconosciuto, tuttavia, grazie all’opera dello studioso Enrico Santangelo che ha seguito con vivo interesse lo svolgimento dei restauri, si potrebbe ipotizzare con un buon margine di certezza il nome di un maestro particolarmente attivo in quel periodo in Abruzzo.
Al momento gli studi sono in corso e anche grazie alla riscoperta delle cromìe originali e dello stile sarà presto possibile identificare l’abile mano dell’artista che dipinse l’opera contribuendo così a posizionare un altro importante tassello nella storia artistica della nostra regione.
Il restauro è stato reso possibile grazie all’impegno finanziario di un cittadino di Popoli da anni residente in Germania.
L’opera sarà inaugurata e restituita alla comunità il 25 aprile, giorno di Pasqua.