Dopo quattro serate tra jazz, yiddish e recital cantato è giunto il momento di dare spazio al fascino, all’eleganza e alla cultura che esprime il teatro presentando un’opera mitologica complessa di un’eroina e non strega assassina: “Medea” di Seneca.
Presentata magistralmente qualche mese fa al teatro greco di Siracusa e al Colosseo. Arrivano a Nereto due mostri sacri del teatro mondiale: Paolo Magelli -regista- e Valentina Banci -attrice-. Il primo è uno dei registi più preparati in circolazione, ha portato in alto il nome dei teatri dell’ex Iugoslavia e del Mediterraneo. Sono note le sue regie in Italia e collaborazioni con Moni Ovadia, Sandro Veronesi, Marco Baliani, “Rem e Cap” e tutta la schiera del teatro classico italiano.
È scrittore di testi tramutati in spettacoli, una su tutte “Animali nella nebbia” tradotto da Edoardo Erba. La sua opera attuale è quella della direzione artistica del teatro Metastasio in cui nelle ultime stagione ha riportato l’entusiasmo del teatro in Toscana. Valentina Banci, nota attrice italiana pluripremiata, è Medea. “La Medea di Seneca è una rappresentazione dettata dalle voci dell’anima che affollano questo personaggio” come diceva Lacan quando cita la ventriloquia dello spirito.
Ognuno di noi è abitato dalle voci dei propri ricordi e dei propri sentimenti, ognuno di noi è aperto al dialogo con l’infinito, ognuno di noi è contenitore d’amore, di disperazione e di follia. Monologo per Medea è tutto questo: è uno spettacolo che ci interroga su tutti i punti fondamentali della nostra esistenza. Heiner Müller diceva che il teatro non è tra noi per sostenere la realtà ma per rendercela insopportabile (monologo per Medea, radiogramma a vista. Da Seneca a Müller, musiche Arturo Annecchino). Nel tardo pomeriggio il regista e l’attrice incontreranno il pubblico.