Un grande successo che ha visto la partecipazione di oltre 3mila persone, tra imprenditori e semplici lavoratori. La relazione conclusiva è stata tenuta da Antonio Intiglietta, amministratore delegato di Ge.Fi. e membro del Consiglio direttivo nazionale di Compagnia delle Opere, secondo cui “solo l’uomo che spera può essere protagonista della ricostruzione di un territorio. In questo Abruzzo da ricostruire, siamo tutti chiamati ad essere come i benedettini, che non si sono posti il problema di rifare l’Europa, ma di vivere, cioè di desiderare la felicità e, così, costruire o ricostruire una città ancora più bella, più vera, più a misura d’uomo. Siamo chiamati ad essere uomini liberi e responsabili”.
All’incontro hanno partecipato anche Giuseppe Ranalli, presidente di Cdo Abruzzo Molise, e Gianni Chiodi, presidente della Regione Abruzzo e commissario alla Ricostruzione. “La vera partecipazione” ha proseguito Intiglietta “è presentare in termini costruttivi quello che c’è da fare, anche al fine di instaurare un dialogo con la politica affinché questa modifichi le norme vigenti nella direzione di creare condizioni affinché le persone e i corpi sociali intermedi possano essere i reali protagonisti di ogni processo di sviluppo o ricostruzione”.
Da parte sua, Chiodi ha parlato delle grandi difficoltà nelle quali si vede costretta ad operare la giunta regionale, riassumibili soprattutto in quattro grandi problemi. “Le corporazioni che non lavorano per il bene di tutti, una magistratura che travalica il ruolo assegnatogli dalla costituzione, come quando si permette giudizi sul valore di scelte come quelle relative alla gestione dei rifiuti in Abruzzo, una stampa che abdica al suo ruolo diventando solamente strumento di militanza politica e, infine, una finta partecipazione nei processi decisionali a L’Aquila, dove ho fatto incontri su incontri, senza mai ricevere una sola proposta significativa e complessiva sulla ricostruzione, dove di fatto manca una proposta proprio della comunità aquilana”. Ma accanto a queste difficoltà, per Chiodi “resiste in Abruzzo una classe imprenditoriale forte, unica artefice di una ripresa che, per il governatore, comincia finalmente a intravedersi, come dimostrano alcuni dati sulla produzione e il fatturato”. Di qui, dunque, l’invito di Cdo ai presenti di continuare ad essere persone libere e responsabili, e alla politica di riconoscere il valore di questo protagonismo che proprio a InOpera ha trovato la sua esemplificazione più chiara.
Un invito analogo è giunto anche dal mondo delle opere sociali che, sabato mattina, ha annunciato la candidatura di un Polo dell’economia civile al bando dei Poli d’innovazione grazie ad una partnership tra Cdo Opere Sociali e Confcooperative Abruzzo. Inoltre, Lorenzo Di Flamminio, vicepresidente Cdo Abruzzo Molise e referente Cdo Opere Sociali, ha annunciato la prossima proposta di due disegni di legge regionale, uno contro la povertà insieme al Banco Alimentare dell’Abruzzo e l’altro che riformi radicalmente la rappresentanza di tutto il terzo settore in Abruzzo, sviluppando una concezione sussidiaria del rapporto tra la governance regionale e i corpi sociali intermedi, compresi quelli del mondo del volontariato.
Al termine della due giorni, Cdo Abruzzo Molise, ha annunciato che InOpera tornerà il 15 e 16 ottobre, a partire dalla sollecitazione dei tanti imprenditori presenti, che hanno valutato molto positivamente un evento che si è caratterizzato per un clima di fiducia e di realismo nell’affrontare le sfide poste dall’attuale momento storico nella nostra regione.