L’iniziativa è organizzata dalla sezione di Castellalto di Sinistra Ecologia e Libertà e dall’associazione Iris.
Giuliana Sgrena scrive per il quotidiano Il Manifesto dal 1988 e proprio con Sinistra e Libertà si è candidata alle Europee del 2009. Rapita il 4 febbraio 2005, fu liberata dai servizi segreti italiani un mese dopo in circostanze drammatiche. La Sgrena è, infatti, rimasta ferita, mentre Nicola Calipari, uno degli agenti dei servizi di sicurezza italiani, fu ucciso mentre la stavano portando in salvo.
A quattro anni dal suo rapimento, Giuliana Sgrena è tornata in Iraq. Dapprima timidamente, nella regione di confine controllata dai kurdi. Poi, finalmente, a Baghdad. Ha ritrovato una città per certi aspetti uguale a quella che avevo trovato cinque anni fa, ancora distrutta e deturpata dai muri di cemento che sono stati costruiti. Una città dove non c’è stata ricostruzione, dove mancano ancora elettricità ed acqua per molte ore al giorno, dove non ci sono ancora tutti i servizi sociali, lavoro e strutture sanitarie in grado di garantire la popolazione.
Ma la vita, nonostante lo stillicidio di attentati sanguinari, sembra riprendere i ritmi del periodo di Saddam Hussein: sono riaperti e sono frequentati fino a tarda notte i negozi che vendono alcolici, piccoli ristoranti sono affollati anche di donne e bambini, è rifiorita la vita culturale e c’è nell’aria una gran voglia di tornare alla normalità, di riprendersi la gioia di vivere. Insomma, la nuova strategia americana di accordarsi con gli anziani dei villaggi sunniti ha di fatto tolto spazio politico alla propaganda armata del fondamentalismo islamista.
Ma alla vigilia del “disimpegno” americano nell’area non tutti i problemi paiono essere risolti. Con grande sensibilità umana e giornalistica, nel suo libro Giuliana Sgrena racconta perché.