Lui, nipote, figlio e fratello di artisti “rimasto solo a tirare nell’ultimo vento forte il legno nella tempesta della vita”, non aveva mai rinunciato ad esprimere quell’arte che gli ribolliva nel sangue. Nelle sue opere aveva sempre messo quella terra racchiusa non solo nel suo nome, non perdendo mai quel sapore delle origini che si trascinava dietro ovunque andasse.
A lui oggi sono andati i ricordi dell’amministrazione comunale di Pescara e dell’assessore alla cultura, Seller. E per i prossimi giorni sarebbe già pronto un evento in suo onore, per ricordare il suo pensiero, con tanto di inviti rivolti alla moglie, Cordelia von den Steinen e a tutta la sua famiglia, in memoria di un uomo che ha scritto la storia della nostra città.
“Pietro Cascella non era solo un artista – ha sottolineato l’assessore Seller – era il ‘maestro’, che ha saputo esportare l’arte della sua famiglia nel mondo: pensiamo all’Arco della Pace di Tel Aviv, l’Omaggio all’Europa a Strasburgo dove si trova anche il Monumento a Giuseppe Mazzini, pensiamo al monumento per Auschwitz e alle grandi sculture che ha lasciato a Pescara, prima fra tutte La Nave, la nostra ‘cartolina’ d’eccellenza, e altre sculture che intendiamo recuperare per posizionarle sul territorio, a partire dall’opera che andremo a installare accanto alla sede dell’Icra, realizzata appositamente per la struttura a simboleggiare il mondo e l’universo”.
Gli 87 anni lasciati da Cascella sono l’espressione di una vita di pensieri, commenti, idee, ricordi e racconti di una Pescara che non c’è più, quella Pescara che lui ha voluto custodire nella pregevolezza delle sue opere per tramandarne memoria ai più giovani.
Monica Coletti