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Dalla Siberia a Pescara: le favole di Gulja

Pescara. “Mi sembrava una favola. Avevo lasciato la Siberia, faceva -22, era marzo. C’era tanto grigio e neve. Sono arrivata all’aeroporto di Fiumicino e la temperatura era di 22 gradi sopra lo zero. L’erba era vera, l’ho voluta toccare”.

Gulnara Sharafutdinova, Gulja, racconta quel momento di sei anni fa ancora con emozione viva. “Fu un’impressione molto forte – dice – nel viaggio da Roma a Pescara mi guardavo intorno e non riuscivo a credere”.

Alla vista Gulja aggiunge la sensazione degli odori: “I profumi che ho sentito sono indimenticabili. Una scia che mi accompagna quando mi lascio andare nei ricordi di quei momenti per la prima volta in Italia”. “Quando ammiro castelli e opere storiche mi immagino la vita di quell’epoca, vedo le gente di allora che anima queste memorie”.

Gulnara Sharafutdinova, 48 anni, con all’attivo già due libri di poesie pubblicate in italiano e in russo, ha fatto sua questa dimensione e l’ha tradotta nelle sue favole, pronte per essere pubblicate in una raccolta. Per la sua immagine ha scelto una foto in bianco e nero ritratta dal fotografo inglese Steve Johns.

“Il viaggio dalla Siberia a Pescara non è stato solo un viaggio fisico, di trasferimento, ma anche e soprattutto un viaggio interiore. È in questo modo che sono nati il viandante e il saggio. Un saggio che parla con la voce interiore”, racconta la scrittrice e poetessa svelando la nascita dei personaggi che accompagnano il lettore in questo cammino intimo. Un percorso quasi inedito in un’epoca dove l’importante è apparire e mostrarsi sui social network. A leggere alcuni passaggi delle favole adulte scritte da Gulnara Sharafutdinova sembra quasi che dalla Siberia e dal suo impatto con una terra completamente diversa stia restituendo un’Italia vera e intima delle piccole cose perse.

“Le mie favole – scrive nel sommario – non vogliono fornire un insegnamento morale ma sono piuttosto il risultato di un’osservazione”. L’ispirazione anche dalla vita di tutti i giorni a Pescara: “Quando assisto a una situazione penso a cosa avrebbe detto il saggio e da lì nasce la favola. Il saggio è colui che ha realizzato il percorso interiore. Ogni parola ha il suo peso. Il saggio e i viandanti non buttano le parole. Fanno entrare il lettore in una dimensione che va oltre le parole aprendo la porta della nostra essenza”. “La questione è che nella vita – sottolinea Gulja – cerchiamo sempre un colpevole. Invece bisogna sempre capire il perché e questo perché viene da noi. Ci si dimentica di chi si è veramente mentre al contrario quello che abbiamo dentro è più importante. Cosa è che portiamo fino alla fine? I ricordi e quello che hai dentro”. Gulnara Sharafutdinova è laureata in economia.

Ha pubblicato due libri di poesie, ‘Amare con dolcezza’ (2010) e ‘di Lei e di Lui’ (2011) ed è anche esperta di aforismi. Ha vissuto a Strezhevoi, in Siberia, circondata dai 53mila chilometri quadrati della palude Vasjugan considerata la più grande del mondo.

“La mia storia con l’Italia – conclude Gulja – inizia quando avevo tre anni e mia mamma mi leggeva la leggenda delle oche che salvarono Roma. Un episodio che è rimasto impresso nella mia mente. Il mio viaggio interiore è partito da lì e oggi mi ha portata in questa nuova realtà. In questa favola”