Le discussioni e le polemiche sui vaccini contro il Covid non sono mai mancate. Ora arriva una sentenza che si può definire storica
Sono ormai trascorsi più di quattro anni dai primi casi di Covid in Italia. La pandemia è ormai un vecchio ricordo e da un po’ di tempo la vita di tutti noi è tornata alla normalità. Ma, nonostante questo, non si fermano le notizie riguardanti il coronavirus. L’ultima fa riferimento ad una sentenza che si può definire storica per quanto riguarda i vaccini.
Come ben sappiamo, i vaccini contro il Covid sono stati sempre al centro di polemiche. L’obbligo inserito per alcune categorie da molti è stato considerato una norma illegale e in questi ultimi mesi sono diverse le cause che arrivano alla conclusione. Un lungo procedimento giudiziario è proprio finito nei giorni scorsi a Firenze e la sentenza del giudice di pace può considerarsi storica. Una decisione che è destinato a rappresentare anche un precedente per altri casi simili.
Sentenza storica sui vaccini contro il Covid, cosa è successo
La sentenza riguarda una multa data a un cittadino italiano per non essersi vaccinato. Durante il periodo clou della pandemia, il residente aveva rifiutato di immunizzarsi nonostante l’obbligo per gli over 50. Una decisione che ha portato l’Ader, ovvero l’Agenzia delle Entrate Riscossione, a sanzionarlo con una multa di 100 euro. L’uomo, però, ha scelto di non fermarsi e pagare la cifra, ma di andare fino in fondo per far valere le proprie ragioni. E alla fine è stato davvero così.
Il giudice di Pace di Firenze, infatti, ha accolto il ricorso presentato dal cittadino perché l’Ader non ha rispettato i termini di consegna dell’avviso di addebito. Oltre, quindi, a non dover pagare i 100 euro, l’uomo vedrà risarcite anche le spese legali dalla stessa Agenzia delle Entrate Riscossione.
“Quanto alla ritenuta costituzionalità dell’obbligo vaccinale per le persone over 50 – si legge ancora nella sentenza del giudice di Pace – posto che la Pubblica Amministrazione non avallava alcuna presa di posizione sulla legittimità della normativa, tant’è che disponeva la sospensione delle cartelle di pagamento fino al 30 giugno 2024. Questo depone in favore della evidente ed indiscutibile illegittimità dell’obbligo vaccinale, con l’augurio che si chiudano definitivamente le tristi pagine di un periodo di storia oscurantista“. Una decisione, quindi, che si può definire storica e che potrebbe rappresentare anche un precedente per altre vicende giudiziarie simili.