Uova richiamate dal mercato per rischio contaminazione: l’annuncio del Ministero della Salute diventa realtà. Ecco cosa bisogna sapere.
Il Ministero della Salute ha annunciato con una nota di richiamo il ritiro di un prodotto dal mercato. Si tratta ovviamente di una scelta che non riguarda tutta la produzione, ma soltanto alcuni lotti ben precisi. E proprio nell’annuncio sono state spiegate le motivazioni che si celano dietro questa scelta. La novità è stata ampiamente spiegata, con tanto di foto allegata.
Le uova oggetto del richiamo sono molto conosciute e consumate, da qui l’esigenza di diffondere la notizia a stretto giro. Il richiamo dell’operatore riguarda nello specifico uova fresche di un famoso marchio, ora è invece il momento di conoscere di quali si stia parlando e a cosa bisogna prestare attenzione, nonché i motivi che abbiano comportato questa decisione.
Di quale uova si tratta e cosa bisogna fare in questi casi
Il Ministero della Salute ha segnalato quattro tipo di uova fresche del marchio “Vanzelli”, tutte distribuite dall’azienda agricola di Gino Vanzelli che si trova in via dei Kennedy 59, a Sant’Angelo di Piove (Padova). Il richiamo è avvenuto a “titolo precauzionale per sospetto di contaminazione microbiologica“, si legge nella nota. Nell’annuncio è stato indicato anche il marchio di identificazione dello stabilimento: si tratta di IT R8834CE.
Ma di quali prodotti si tratta e come bisogna comportarsi? Nel primo caso l’annuncio parla della confezione di 6 uova fresche, di galline allevate in gabbia, con classe “maxi” e “large”. La data di scadenza varia dal 15 luglio al 19 luglio 2024.
A seguire c’è invece il richiamo delle confezioni di uova da 10 pezzi, categoria “large”, allevate sempre in gabbia e con il lotto e la data di scadenza che va da giorno 15 fino al 19 luglio 2024.
Non finisce qui perché il richiamo riguarda anche le confezioni da 30 uova fresche “categoria A”, allevate in gabbia e con scadenza che varia dal 15 al 19 luglio 2024. In questi casi, così come segnalato dalla nota del Ministero della Salute, si chiede ai clienti che hanno acquistato le confezioni di non consumare il prodotto con i riferimenti delle scadenze e dei lotti indicati.
In questo modo è possibile richiedere anche il rimborso riportando il prodotto, anche senza scontrino, presso il punto vendita dove è stato acquistato.