Lorenzo Riggi di Geopolitica.info in esclusiva ai nostri microfoni sulla morte del generale Kirillov: “La Russia si muoverà su due fronti”
La morte del generale Kirillov ha scosso l’intero mondo. Uno degli esponenti chiave della Russia è stato ucciso in un attentato rivendicato da Kiev. Un ordigno, sistemato sotto un monopattino o motorino, è esploso e per il militare non c’è stato niente da fare. Immediata la condanna da parte di Mosca e l’annuncio di una possibile vendetta in tempi brevi.
La nostra redazione ha contattato Lorenzo Riggi, responsabile desk Russia di Geopolitica.info, per capire come potrebbe cambiare lo scenario della guerra in Ucraina dopo l’uccisione di Kirillov.
Riggi: “Ecco come Mosca potrebbe reagire”
Lorenzo Riggi, partiamo da come potrebbe cambiare lo scenario dopo la morte del generale Kirillov.
“In termini pratici quasi nulla. Kirillov, per quanto fosse una persona importante nella catena di comando, sarà sostituito dal punto di vita pratico e quindi l’attività del suo gruppo militare continuerà ad essere la solita. L’aspetto più significativo di questa vicenda è sicuramente il fatto che il generale sia stato ucciso in un quartiere residenziale e attraverso un ordigno posto sotto un monopattino o un motorino. Questo significa che c’è stata una grande lacuna nei servizi russi“.
L’Ucraina ha rivendicato l’attacco. È stato davvero Kiev o c’è qualcosa dietro?
“Per ora non sono emerse dietrologie. Personalmente tenderei ad escluderle perché già in Russia c’è stato un doppio giro di vite importanti. Per questo motivo è difficile ipotizzare una influenza di persone che si sentivano minacciate da Kirillov. Piuttosto credo che la pista ucraina sia quella più accreditata. Bisogna comunque dire che Kiev non ha rivendicato ufficialmente l’attentato, ma sono stati alcuni esponenti del governo e verosimilmente è proprio così“.
Prima si parlava di una falla nei servizi segreti russi. Non è la prima volta che accade.
“C’è stata questa falla evidente e non è assolutamente la prima volta. A Mosca ricordiamo tutti l’attentato ad un teatro legato alle milizie del fondamentalismo islamico oppure gli attacchi di droni al Cremlino. Si è sempre trattato di vicende simboliche e mai realmente efficaci, ma il messaggio è sicuramente molto chiaro: qualcosa che non funziona nel servizio russo c’è“.
Cosa dobbiamo attenderci da Mosca?
“Verosimilmente possiamo aspettarci una reazione simbolica di rappresaglia. Magari un attacco massiccio con missili sul territorio ucraino. Più che altro credo che la Russia guarderà al suo interno e alcune figure saranno allontanate“.
Da parte ucraina ci potrebbe essere in futuro un ulteriore attacco simile?
“Assolutamente sì. Bisogna dire che Kiev ha deciso di alzare l’asticella. Questo può essere stato un test per vedere se era possibile attaccare dei singoli individui. Ora non è da escludere che l’obiettivo dell’Ucraina diventi quello di compromettere la catena di comando russo“.
Riggi: “Biden è sempre stato cauto su azioni simili”
Quale reazione dobbiamo aspettarci dagli Stati Uniti e dall’Europa?
“Al momento non abbiamo dichiarazioni ufficiali. In questa guerra l’amministrazione Biden è sempre stata molto cauto su azioni che potrebbero alzare il livello dello scontro. Siamo comunque in una fase di passaggio a Washington ed è chiaro che l’Ucraina ha più libertà di tentare qualcosa per testare Mosca. Magari una condanna attraverso i canali privati è arrivata, ma pubblicamente nulla e penso che la cosa resterà così“.
Se l’attacco fosse stato effettuato con ordigni dati dagli Usa, cambierebbe qualcosa?
“No. Partiamo dal presupposto che l’Ucraina attacca con armi occidentali. Poi si parla di 300 grammi di esplosivo ed è una quantità che Kiev può anche produrre“.