Tornati sulla terra dopo una missione di quadi un anno, un astronauta ha accusato dei problemi che tutt’ora sono ancora sconosciuti
Nella giornata di ieri gli astronauti della capsula Crew 8, Matthew Dominick, Michael Barratt e Jeanette Epps e del cosmonauta russo Aleksandr Grebenkin, sono tornati sulla terra dopo circa 7 mesi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il volo è durato trenta ore ed è terminato in mare, nei pressi della costa della Florida, con due mesi di ritardo rispetto a quanto stabilito inizialmente.
Un rientro riprogrammato a causa di alcuni problemi con la nuova capsula per astronauti Starliner della Boeing, tornata vuota a settembre per motivi di sicurezza. Tutto sembrava essere andato per il verso giusto fino a quando non sono emerse delle indiscrezioni che parlavano di problemi per uno degli astronauti.
Non è ancora nota l’identità dell’astronauta che avrebbe accusato il malore. Dalla NASA sono arrivate conferme, nonostante la volontà dell’agenzia governativa statunitense di non far emergere dettagli. Per il momento questi hanno fatto sapere solo che la persona in questione si trova attualmente in condizioni stabili ed è tenuta sotto osservazione per questioni di sicurezza.
La preoccupazione, però, è inevitabile. Questo soprattutto per il clima di incertezza che si è venuto a creare intorno al diretto interessato. Tuttavia, non è una novità per la NASA che spesso si è dimostrata essere molto riservata nel far emergere notizie intorno a eventuali problemi medici degli astronauti.
Problemi nell’apertura dei paracadute
Inizialmente era stato comunicato che l’intero equipaggio era stato portato all’ospedale Ascension Sacred Heart Pensacola “per estrema cautela“. I dubbi intorno alla vicenda sono emersi, però, solo dopo che tre di questi hanno lasciato la struttura nelle scorse ore tornando a Houston (in Texas), mentre una di queste – come si emerge dai media locali – è rimasta in ricovero.
I problemi, si pensa, potrebbero essere legati alle problematiche accusate da due dei paracaduti che avrebbero dovuto attutire l’atterraggio della capsula SpaceX Dragon.
Il vacillare dei due paracaduti sarebbero stati dovuti in un primo caso alla caduta di detriti che hanno complicato notevolmente il viaggio e, successivamente, al ritardo nella loro apertura che inevitabilmente a preoccupato tutti nel quartier generale.
Nonostante questo, dalla NASA ci tengono a smentire l’ipotesi, sottolineando che i problemi tecnici non hanno messo a repentaglio la procedura di atterraggio, dichiarando indirettamente che i problemi accusati dall’astronauta siano dovuti, di conseguenza, ad altre motivazioni. Nelle prossime ore, nonostante la riservatezza dell’agenzia aerospaziale, si attendono ulteriori novità al riguardo, con la speranza che tutto possa risolversi per il meglio, con le dimissioni dall’ospedale dell’uomo.