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Cronaca

Studiava criminologia, ma non gli bastava: follia in spiaggia

Uno studente di vent’anni di criminologia ha deciso di passare dalla teoria all’azione “per capire cosa si provasse”

Nasen Saadi, 20 anni, evidentemente voleva qualcosa di più della semplice teoria appresa sui libri di criminologia. Così, ha deciso di trasformare il suo macabro interesse in pratica, scegliendo come scenario una spiaggia inglese, tra le più frequentate. Una follia, con l’aggravante della premeditazione.

Studiava criminologia, ma non gli bastava: follia in spiaggia – Abruzzo.cityrumors.it

Dopo settimane di ricerche su internet per individuare armi e luoghi affollati, infatti, il giovane ha affondato la sua furia su due donne, colpendole ripetutamente con un coltello. Una delle vittime, Amie Gray, 34 anni, non è sopravvissuta; la seconda, Leanne Miles, 38 anni, è rimasta gravemente ferita mentre supplicava per la propria vita: “Per favore, ho dei figli!”.

Un gesto di brutale pazzia che poteva forse essere previsto. Un suo professore aveva già notato l’insistente interesse di Saadi per dettagli cruenti, tanto da chiedergli in tono serio: “Non starai mica pianificando un omicidio?”.

Studente all’Università di Greenwich di Londra, Saadi aveva un’ossessione per il crimine che lo portava a porre domande sempre più specifiche e raccapriccianti. Le sue ricerche su internet non lasciavano dubbi: “Qual è il coltello più letale?”, “Perché è più difficile catturare un assassino che colpisce fuori dalla propria città?” e ancora dettagli sulle spiagge, indagando quali fossero più affollate o accessibili di notte.

La follia dello studente di criminologia

Il 21 maggio, Saadi si era già mosso verso Bournemouth, prenotando in anticipo un hotel. Il giorno successivo, aveva persino visto un film sanguinoso al cinema, con scene di accoltellamenti. Ma il 24 maggio, poco prima di mezzanotte, ha deciso di agire.

Armato di un coltello, ha attaccato Amie Gray e Leanne Miles sulla spiaggia di Durley Chine, inseguendole mentre cercavano disperatamente di scappare. “Voleva sapere cosa si prova a togliere una vita, forse per sentirsi potente o interessante”, ha dichiarato il pubblico ministero durante il processo. Dopo il brutale assalto, Saadi si è allontanato nell’oscurità, cambiando i vestiti e disfandosi dell’arma.

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Leanne Miles ha raccontato l’incubo durante il processo: “Sentivo Amie gridare ‘lasciami stare’. Poi lui ha iniziato a colpirmi. Mi giravo continuamente, ecco perché le ferite sono tutte sulla schiena. Gli ho chiesto di smettere, ho detto basta, ho dei figli”.

Saadi, ora a processo per omicidio, nega ogni accusa, sostenendo di non ricordare nulla a causa di un “blackout” dovuto all’alcol. Ma le prove, dalle sue ricerche online ai video di sorveglianza, raccontano una storia ben diversa. Una storia di premeditazione e fredda crudeltà.