Grossi problemi per quanto riguarda l’applicazione musicale. Disservizi che stanno riguardando migliaia di utenti: cosa sta accadendo
Prima Meta, poi Microsoft e, infine, Spotify. Non è sicuramente un periodo fortunato per quanto riguarda la tecnologia. In questo lunedì 3 marzo i problemi hanno riguardato l’applicazione musicale e, stando a quanto riferito dal The Sun, sono migliaia le persone che hanno dovuto fare i conti con disservizi. Secondo le informazioni raccolte da Downdetector, gli utenti hanno avuto problemi con l’accesso o addirittura con playlist impazzite.
I principali disservizi sono stati registrati nel Regno Unito. Secondo quanto verificato dalla nostra redazione, in Italia non si è registrato il down. Per il momento l’azienda ha confermato il problema, ma non è entrato nello specifico. Vedremo se lo farà nelle prossime ore.
Spotify down: cosa è successo
Ma cosa è successo realmente a Spotify? Rispondere a questa domanda è davvero difficile. Intorno alle 13 di lunedì 3 marzo è su Downdetector sono iniziate le prime segnalazioni di difficoltà ad utilizzare l’applicazione. In particolare, i disservizi riguardavano l’ingresso e l’ascolto delle playlist, con quest’ultime che non erano sicuramente come programmate dagli utenti. Con il passare dei minuti le persone che confermavano il down aumentavano a dismisura e anche l’azienda si è vista costretta a confermare il problema e ribadire che si stava lavorando per risolverlo.
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Fortunatamente la situazione piano piano è tornata normalizzandosi anche se, ancora oggi, qualche problema resta. In particolare, come evidenziato dai media inglesi, la zona che ha risentito maggiormente di questo disservizio è quella del Regno Unito. In Italia, come abbiamo potuto verificare, non ci sono stati particolari problemi. Ma non è da escludere che qualche utente possa aver dovuto fare i conti con questo disservizio. Al momento la stessa azienda non ha precisato il perché del down.
Possiamo dire che non è assolutamente un momento fortunato per le applicazioni. Prima è toccato a Meta, poi a Microsoft e oggi a Spotify. Al momento non sembrano risultare dei collegamenti, ma di certo gli utenti stanno chiedendo alle aziende di provare a trovare una soluzione per non dover fare i conti in futuro con altri disservizi simili.
