L’Anief ha indetto un nuovo sciopero nella giornata di oggi, così da contrastare pubblicamente la normativa vigente
La scuola si ferma di nuovo, per il secondo sciopero negli ultimi venti giorni. Nella giornata di oggi, 15 settembre, il sindacato Anief ha indetto uno sciopero per il personale docente, personale Ata ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato, delle istituzioni scolastiche ed educative.
Sarebbe stato lanciata anche una petizione per rivedere l’età pensionabile, chiedendo il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria. A presentare lo sciopero è stato lo stesso Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che ha emesso una dichiarazione ufficiale nella quale svela i motivi dello sciopero indetto.
“Lo Stato italiano nonostante una precisa procedura di infrazione ha ridotto l’organico di ruolo e ha raddoppiato l’organico a tempo determinato perpetrato l’abuso dei contratti a termine. Ha nel contempo innalzato l’età media degli insegnanti e del personale amministrativo superando persino la quota del 50% dell’organico over 50, a dispetto dell’alto tasso di burnout ravvisato nella categoria” – Pacifico ha poi aggiunto – “È chiaro ed evidente che bisogna rivedere le regole sulle finestre d’uscita del personale scolastico che spesso ha titoli universitari che non sono riscattati per gli onerosi costi nonostante siano necessari per accedere e svolgere la professione”, ha proseguito il presidente dell’Anief.
Restituire dignità e rispetto ai lavoratori
I docenti e il personale Ata, quindi, scenderà in campo per chiedere lo stop all’utilizzo sistematico delle supplenze, di cambiare il reclutamento così da poter immettere in ruolo su tutti i posti disponibili, assumendo in ruolo coloro i quali sono idonei dai concorsi, di spostare nell’organico di diritto tutti i posti in organico di fatto e in deroga.
Una lamentela che vuole contrastare la presunta volontà di risparmiare sul sistema scolastico da parte del Governo, come si evincerebbe dal taglio di personale Ata che sarebbe previsto dalla legge di bilancio del 2025. Un problema sollevato e spiegato ancora dallo stesso Pacifico che, ancora, ha aggiunto:
“Vogliamo fare capire a chi governa il Paese che la scuola è una priorità e non un settore sul quale risparmiare, come si sta cercando di fare con il taglio di quasi 8mila Ata previsto dalla legge di bilancio 2025 , ci sono dei temi da affrontare, per in quali si esigono risposte vere, e per questo scioperiamo il prossimo 15 novembre”.
L’appello è stato lanciato a tutto il personale delle scuole, affinché possano aderire a questa protesta e far valere la propria voce e i propri diritti. Uno sciopero che ha l’obiettivo di garantire rispetto e dignità a questi lavoratori.