Era il giorno della sentenza di secondo grado della tragedia di Rigopiano. La Corte d’Appello de L’Aquila ha ribaltato (in parte) le decisioni arrivate da Pescara.
A distanza di cinque anni dalla tragedia di Rigopiano, si chiude un nuovo capitolo di questa vicenda. Poco fa, infatti, la Corte d’Appello de L’Aquila si è pronunciata sui ricorsi presentati da difesa e accusa. Una sentenza che, in parte, ribalta quanto deciso in primo grado a Pescara.
Il lungo percorso giudiziario molto probabilmente non è ancora finito qui. Nelle prossime settimane saranno pubblicate le motivazioni e non sono da escludere ricorsi in Cassazione. Di certo la sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila rappresenta un ulteriore passo verso la giustizia richiesta dai familiari.
Tragedia Rigopiano, la sentenza di secondo grado
Sentenza ribaltata, solamente in parte. La Corte d’Appello, infatti, ha confermato le decisioni di primo grado nei confronti dei cinque imputati condannati. Si tratta di Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola, Mauro Di Blasio e Paolo D’Incecco, i due dirigenti responsabili della viabilità e pulizia della strada che conduceva all’albergo, Bruno Di Tommaso, gestore dell’albergo e del consulente Giuseppe Gatto.
La novità rispetto alla Corte d’Assise di Pescara riguarda la posizione di Francesco Provolo. L’ex prefetto di Pescara, assolto in primo grado, è stato condannato ad un anno e otto mesi. Confermate, invece, la decisione di non procedere nei confronti degli altri 24 imputati e tra loro Antonio Di Marco, ex presidente della provincia di Pescara.
Pronti ricorsi in Cassazione?
Intercettato dai nostri microfoni alla vigilia della sentenza, uno dei familiari delle vittime aveva preferito non fare previsioni, ma ribadito la necessità di fare giustizia su questa tragedia. Ora la decisione della Corte d’Appello potrebbe rappresentare un ulteriore passo verso questo obiettivo.
Ora il prossimo step potrebbe essere quello della Cassazione. Si attendono le motivazioni e poi si deciderà se presentare ricorso. Il passaggio, almeno stando a tutte le dichiarazioni rilasciate in passato, sembra obbligato. Ma per avere certezze bisognerà aspettare ancora qualche settimana.