Una maxi operazione ha portato all’arresto di decine di persone per detenzione illegale di materiale pedopornografico sul telefono
I social network sono come una moneta, che si divide in due facce completamente diverse. Da una parte offrono la possibilità di essere sempre in contatto con le persone, di non perdere di vista un amico o un parente lontano, ma anche di fare nuove conoscenze, condividendo le proprie passioni e le proprie esperienze.
![Carabinieri](https://abruzzo.cityrumors.it/wp-content/uploads/2025/01/Carabinieri-Abruzzo.cityrumors.it-20250129.jpg)
Dall’altra parte, invece, questo contatto continuo e costante può anche rappresentare un problema. L’accessibilità dei social network fa in modo che di questi ne possano usufruire davvero tutti. A chi ha buone intenzioni, infatti, si può alternare di tanto in tanto anche chi vi accede solo per dar soddisfazione alle proprie fantasie malate.
Purtroppo, questo discorso raggiunge l’apice quando avvengono casi che rappresentano il male, la parte oscura, di un mezzo che potrebbe essere utilizzato in modo esclusivamente positivo e come soluzione per una società che, invece, per mezzo di certi individui ne rovina l’essenza.
Di recente, l’Italia è stata triste scenario di un evento che ha confermato quanto detto, che è dimostrazione di come se usata male la tecnologia può rivelarsi non uno strumento, ma un’arma pericolosa. L’operazione a cui stiamo facendo riferimento è ‘Viper 2‘ e si tratta di un arresto di massa per pedopornografia.
L’operazione Viper 2
Nelle scorse opre, secondo quanto riporta sul proprio portale tgcom24.nediaset.it, sono state arrestate 12 persone e denunciate altre 14 con l’accusa di pedopornografia e quindi per il possesso di foto pornografiche di minorenni sul proprio telefono. Un’indagine che non si è limitata a una sola città, ma si è espansa in tutta il Paese.
![Carabiniere](https://abruzzo.cityrumors.it/wp-content/uploads/2025/01/Carabiniere-Abruzzo.cityrumors.it-20250129.jpg)
In particolar modo, ha riguardato 18 citta, tra le quali le province di: Lecce, Sassari, Siracusa, Massa, Pisa, Bergamo, Milano, Monza Brianza, Isernia, Caserta, Reggio Calabria, Roma, Alessandria , Cuneo, Novara, Venezia, Vicenza e Treviso. Le indagini si sono svolte nel corso di questi mesi, nel tentativo di venir fuori da una situazione intricata.
LEGGI ANCHE… Scoperta l’isola dei pedofili: “Per decenni hanno abusato di bambini”
A condurla sono stati gli investigatori della polizia di Stato del Centro operativo per la Sicurezza Cibernetica di Venezia, coordinati dalla locale procura e dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio polizia Postale. Dopo gli arresti per detenzione di ingente materiale pedopornografico, sono stati anche sequestrati numerosi dispositivi informatici contenenti decine dimigliaia di files pedopornografici.
Quest’operazione, chiamata ‘Viper 2‘, nasce da un’altra portata avanti dal Cosc di Venezia, che un anno fa aveva portato all’esecuzione di 60 perquisizioni e all’arresto di ben 28 persone, tutte appartenenti a vaste community internazionali di pedofili.