I rapporti tra Italia ed Egitto non sono più come quelli di una volta dopo la morte di Giulio. E adesso c’è preoccupazione per le sorti di un altro italiano
Sono trascorsi ormai più di otto anni dalla morte di Giulio Regeni, ma i rapporti tra Italia ed Egitto non sono assolutamente migliorati. La continua richiesta di arrivare alla verità sull’omicidio del ricercatore italiano avanzata da Roma non ha mai trovato una collaborazione da parte del Cairo e questo ha portato i rapporti a deteriorarsi. Ma ora c’è un ulteriore caso che potrebbe complicare molto la situazione tra i due Paesi.
Dallo scorso 9 novembre un italiano è in carcere in Egitto con l’accusa di contenuti immorali sui social. Attraverso i microfoni dell’Adnkronos il suo avvocato ha lanciato un allarme chiedendo l’intervento da parte del governo. Al momento l’ambasciata italiana ha contatti con la Farnesina per aggiornare su quanto sta avvenendo al Cairo ed è stata chiesta una visita consolare per capire meglio le condizioni in cui viene detenuto il 44enne.
Lo scorso 9 novembre le manette sono scattate per Elanain Sharif, 44enne nato proprio in Egitto, ma cittadino italiano e residente ormai da tempo a Terni. Il nostro connazionale è stato arrestato subito dopo il suo arrivo al Cairo insieme alla madre e trasportato nel carcere di Alessandria dove si trova in attesa del processo.
Stando alle informazioni che si hanno a disposizione grazie al suo avvocato, dietro l’arresto del 44enne ci potrebbero essere alcune immagini pubblicate sui social e ritenute immorali. L’uomo, infatti, lavora nel settore porno in Italia e questo ha portato le autorità egiziane ad accedere i riflettori su di lui. La Farnesina ha immediatamente attivato tutti i contatti e si lavora per ottenere una visita consolare e valutare le sue condizioni.
Al momento a preoccupare la famiglia sono le condizioni di detenzione. Il suo avvocato all’Adnkronos ha parlato di trattamento disumano. “È costretto a stare sempre in piedi. Può stendersi mezz’ora al giorno e se vuole sedersi deve pagare. Non gli hanno permesso di cambiarsi i vestiti“. I contatti con la madre si sono interrotti nel momento dell’arresto e il trasferimento nel carcere di Alessandria è stato saputo solamente tramite un autista dietro un pagamento. Una situazione non facile e che rischia di aprire una nuova crepa tra Italia ed Egitto.