Tra estremi e incertezze, dall’aria artica alle fiammate africane, il meteo per questo Natale non lascia sperare nulla di buono
Il meteo delle festività natalizie si preannuncia un vero e proprio rebus atmosferico, con una tendenza che oscilla tra scenari diametralmente opposti: da un lato burrasche gelide e nevicate fino a bassa quota, dall’altro correnti calde nordafricane, pronte a spingere le temperature ben oltre la media stagionale. L’incubo di un “Natale bollente”, che per il terzo anno consecutivo potrebbe portare un’anomala ondata di calore tra il 25 dicembre e Capodanno, non è affatto da escludere.
Il cuore dell’inverno non sembra più essere sinonimo di stabilità e freddo intenso, almeno non nelle nostre latitudini. Se le correnti calde dovessero avere la meglio, il primo campanello d’allarme suonerebbe nelle regioni alpine, dove la neve scarseggia e il rischio di un ulteriore innalzamento dello zero termico è concreto.
Un anticiclone africano metterebbe in ginocchio non solo le stazioni sciistiche, già dipendenti dalla produzione di neve artificiale, ma l’intero comparto turistico montano. Il paradosso? La neve resiste meglio quando l’anticiclone porta bassa umidità e giornate corte, rallentando la fusione del manto. Ma resta un piccolo conforto in un quadro critico.
Al contrario, temperature più miti potrebbero trasformarsi in una boccata d’ossigeno per le località costiere e le città d’arte, che con un clima stabile e asciutto potrebbero attirare turisti e visitatori desiderosi di passeggiate all’aperto. Tuttavia, l’alternanza di condizioni estreme, tipica di questo inverno, resta la variabile più inquietante: oscillazioni improvvise di temperatura, piogge torrenziali e colpi di coda del freddo potrebbero manifestarsi senza preavviso, con un meteo capace di cambiare volto nel giro di poche ore.
Secondo le ultime proiezioni, nei giorni immediatamente precedenti al Natale, aria artica proveniente dal Nord Europa potrebbe spingersi fin sulle nostre regioni, portando un calo brusco delle temperature e nevicate a quote collinari, con possibili sconfinamenti in pianura, soprattutto in Emilia-Romagna e Pianura Padana. A seguire, però, il meteo potrebbe stabilizzarsi sotto la spinta di un anticiclone, riportando condizioni più miti e un clima asciutto che lascia intravedere giornate serene, ma sempre con notti fredde e gelate nelle zone interne.
Quello che preoccupa è l’intensificarsi di un meteo estremamente instabile e di fenomeni sempre più fuori scala. La guerra tra masse d’aria, fredda dal Nord e calda subtropicale dal Sud, amplifica contrasti termici capaci di generare condizioni imprevedibili. Proprio questa dinamica, che porta alternanza tra gelo e ondate di calore in pieno inverno, rende le previsioni meno affidabili, specialmente in un periodo di transizione come dicembre.
Esempi recenti non mancano. Basti pensare a quanto accaduto a San Francisco, dove una fase di maltempo estremo ha scatenato piogge torrenziali e persino il passaggio di un tornado nel centro della città, un evento straordinario e impensabile fino a qualche anno fa. È un segnale chiaro di come il cambiamento climatico stia rendendo l’imprevedibilità una nuova normalità, con conseguenze che toccano ormai ogni angolo del pianeta.
Questo Natale sembra dunque destinato a muoversi su un filo sottile, sospeso tra il freddo artico e il caldo africano, tra nevicate improvvise e giornate di sole fuori stagione. In montagna si incrociano le dita, mentre in pianura e lungo le coste si resta in attesa. La variabilità è il nuovo padrone di casa, e l’unica certezza, per ora, è l’incertezza stessa.