LIDL finisce al centro di un’inchiesta che ha scosso non poco i consumatori: la nota dell’azienda é chiarissima, carne ritirata perché potenzialmente infetta.
LIDL e peste suina africana, la nota catena della Grande Distribuzione Organizzata ha diffuso una comunicazione di individuazione e ritiro di prodotti di carne suina che potrebbero essere contaminati dal virus di questa malattia. A riportarlo è “Report”, nota trasmissione di inchieste di Rai 3.
Il programma condotto da Sigfrido Ranucci ha parlato della questione nel corso della puntata andata in onda domenica 17 novembre 2024. L’inviata Giulia Innocenzi ha realizzato un servizio nel quale viene mostrato un documento che LIDL ha inviato ai propri fornitori facenti parte del gruppo Aia-Veronesi.
Quest’ultimo ha diversi allevamenti ubicati nel Nord Italia, che è l’area dove si concentra la quasi totalità degli allevamenti suini. Da quanto è possibile dedurre dalle informazioni riportate da “Report”, alcuni capi poi macellati per farne dei prodotti da vendere nei punti LIDL sarebbero stati colpiti dal virus della peste suina africana quando ancora in vita.
Della cosa ha parlato un allevatore che fa parte della filiera di Aia-Veronesi. Intervistato dalla giornalista di “Report”, questi ha confermato di essersi accorto che alcuni maiali mandati al macello erano effettivamente malati. Lui però se ne è accorto solo dopo che la spedizione era avvenuta. La comunicazione di LIDL riguarda solo i propri clienti privati e non i consumatori, per sospetta presenza del virus. Sono comunque emersi, grazie a “Report”, i prodotti con relativi lotti e date di scadenza coinvolti.
I prodotti citati all’interno del documento di LIDL per il rintracciamento ed il ritiro a scopo precauzionale per peste suina africana sono i seguenti:
La Corte della Bontà Salsiccia di suino norcina 450 g, lotto 3569182;
Pancetta di suino a fette 400 g, lotto 3576036;
Salsiccia di suino alla toscana 500 g, lotto 3569045;
Salsiccia luganeca di suino arrotolate 500 g, lotto 3569045;
Le loro date di scadenze avevano come termine ultimo il 17 settembre 2024. C’è anche la Salsiccia di tacchino con suino e pollo 450 g, con molti più lotti coinvolti:
3575029 (data di scadenza 17/09/2024);
3575047 (data di scadenza 17/09/2024);
3575080 (data di scadenza 17/09/2024);
3575088 (data di scadenza 17/09/2024);
3575535 (data di scadenza 18/09/2024);
3575545 (data di scadenza 18/09/2024);
3575583 (data di scadenza 18/09/2024);
3575666 (data di scadenza 18/09/2024).
Anche se la data di scadenza è ormai passata da tempo, l’allerta da parte di LIDL ed Aia-Veronesi è alto. Le due aziende si sono attivate per arginare al massimo il problema. Che però è sempre attuale, visto che solamente nel corso del 2024 ci sono stati ventuno focolai. E di questi sette si sono verificati in Lombardia. Non sono da escludere altri richiami alimentari del genere in futuro.
Per fortuna la peste suina africana non risulta in alcun modo pericolosa per la salute dell’uomo. Questo vuol dire che la carne di animali infetti può essere consumata senza temere alcuna conseguenza. Ma la contaminazione rappresenta un enorme problema per il comparto produttivo ed economico degli allevamenti.
Avere dei capi malati (con la problematica che ha riguardato anche l’Abruzzo) richiede per forza di cose il loro abbattimento il più presto possibile. E questo perché il virus della peste suina africana ha una enorme facilità di diffusione ed un altrettanto altissimo tasso di mortalità. Gli animali colpiti muoiono molto facilmente, e possono veicolare anche da morti il virus.
La carne sia fresca che delle carcasse, così come l’uomo stesso dopo che ha mangiato o che è entrato in contatto con carne contaminata, rappresentano dei veicoli di trasmissione del virus. Per quanto riguarda i focolai, si pensa che siano sorti dopo che alcuni animali selvatici malati – presumibilmente dei cinghiali – sono entrati in contatto in qualche modo con i suini. Di seguito c’è una piccola parte del servizio di Report.