Il dispositivo capace di scovare le password degli iPhone esiste davvero, ma per la maggior parte degli utenti il rischio è molto basso, ecco perché.
La notizia circa l’esistenza di un dispositivo capace di scovare le password degli ultimi iPhone circola in rete da oltre un mese, ma negli ultimi giorni è stata ripresa da alcune testate con accorati appelli ad utilizzare password particolarmente lunghe, onde evitare di mettere a rischio la propria privacy.
In realtà, almeno per la maggior parte degli utenti, il rischio è estremamente basso, ma cerchiamo di capire perché. Innanzitutto non esistono conferme ufficiali che Graykey, questo il nome del dispositivo, sia effettivamente in grado di aggirare i meccanismi di sicurezza di iOS, inoltre anche se questa fattispecie dovesse rivelarsi reale, non si tratta di uno strumento esattamente alla portata di tutti.
Sulla home page di Grayshift, l’azienda produttrice di Graykey, è chiaramente detto che il dispositivo “non è per tutti”, facendo presuppore che la sua vendita sia soggetta a precise limitazioni. Non va poi dimenticato come tutte le fonti che parlano di Graykey siano concordi nello stimare il suo prezzo in 15.000 o 30.000 dollari a seconda delle versioni, una cifra di certo non irraggiungibile, ma comunque abbastanza alta da scoraggiare molti aspiranti hacker.
Altro dettaglio particolarmente rilevante è dato dal fatto che, da quanto emerso fino ad ora, pare evidente come Graykey possa essere utilizzato solo connettendolo fisicamente all’iPhone da violare, il che esclude a prescindere il furto di dati tramite un semplice attacco via internet.
Inoltre secondo le stime più ottimistiche, per individuare una password a 6 cifre, che su iOS sono la norma già dal 2015, Graykey impiegherebbe non meno di 11 ore. Si tratta di un lasso di tempo piuttosto lungo durante il quale l’iPhone deve necessariamente rimanere nella disponibilità del malintenzionato, ovviamente senza che il proprietario si accorga di nulla, data la possibilità per quest’ultimo di cancellare da remoto la memoria dello smartphone.
In conclusione, allo stato attuale il rischio rappresentato da Graykey appare più teorico che reale e gli utenti del popolare smartphone di Cupertino possono quindi dormire sonni tranquilli.