Una straordinaria scoperta scientifica che potrebbe cambiare le sorti della battaglia contro l’HIV
Soprattutto negli anni ’80 e ’90 è stato una piaga: il virus dell’HIV. L‘AIDS si è portato via migliaia di persone, su tutti il leader dei Queen, Freddy Mercury. Purtroppo, contro questo male, non è mai stata trovata una cura, né un vaccino. E così, ancora oggi, moltissime persone ne soffrono. Oggi, però, una nuova scoperta fa ben sperare: ecco i progressi della scienza.
Malattia infettiva che riduce drasticamente le difese immunitarie dell’organismo. Il virus dell’HIV si può trasmettere in qualsiasi stadio della malattia tramite rapporti sessuali non protetti, contatto con sangue, trasmissione verticale tra madre e bambino durante la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno.
L’AIDS può essere asintomatica come malattia, ma può anche essere contraddistinta da sintomi come febbre, gonfiore delle ghiandole linfatiche, dolore articolare e muscolare, manifestazioni cutanee, sudorazioni notturne. Come detto, non esiste un vaccino e le cure sono più che altro di stabilizzazione delle condizioni. Ma oggi la scienza ci dà una nuova speranza.
HIV: l’ultima scoperta
Un team di ricercatori, tra cui vi sono anche degli scienziati italiani, ha infatti scoperto come si replicano le cellule dell’HIV, il che apre una nuova area per il potenziale sviluppo di farmaci. I ricercatori hanno isolato tre proteine necessarie al virus per effettuare l’invasione e hanno a loro volta sintetizzato molecole mirate a colpire una di queste: la speranza è che possa essere il primo passo per arrivare a nuovi modi di trattare l’AIDS.
Le tre proteine sono Rab7 che si trova sulla membrana dell’endosoma, Vap-A che è sulla membrana nucleare dove si verifica l’infiltrazione del virus nella cellula, e la terza, Orp3, che si connette alle prime due. Aggredire una di queste cellule potrebbe fermare l’infezione.
Da qui l’ipotesi: prendere di mira una qualsiasi di queste proteine potrebbe fermare l’infezione. Il team ha così sintetizzato e testato molecole che interrompono l’interazione tra le proteine. Risultato: in presenza di queste molecole, la replicazione dell’Hiv non avviene.
Una speranza che, peraltro, non riguarda solo l’AIDS, ma anche altre malattie virali, dato che questo approccio potrebbe essere utile per altre patologie. Persino quelle tumorali. Una grande scoperta che deve renderci orgogliosi anche del fatto che nel team di ricercatori vi fossero studiosi italiani, del tanto bistrattato Sud, di Palermo.