La differenza tra le aperture e le chiusure ha determinato un saldo negativo in tutti i maggiori settori economici: dal commercio al turismo, dalla pesca all’artigianato, sino all’edilizia.
Negli ultimi anni, le attività commerciali chiuse e non sostituite da nuove aperture sono ben 84. Questo fa dei negozianti la categoria maggiormente in difficoltà: vittima dell’aumento dei canoni di locazione, del caro bollette, della concorrenza dei centri commerciali e della grande distribuzione, oltre che dei canali di vendita online. Ciò ha, inevitabilmente, comportato l’aumento dei locali sfitti, lo svuotamento delle maggiori vie commerciali e il diffondersi del degrado urbano.
“Il comparto alberghiero e della ristorazione è il secondo più colpito da un importante calo. Infatti, a dispetto dei mirabolanti numeri sul turismo, vantati dall’attuale amministrazione, si rileva un saldo negativo di 37 imprese. Un dato allarmante, specie se si considera la vocazione ricettiva di Giulianova e l’enfasi posta in questi anni sulla promozione della nostra città come località turistica”, si legge in una nota del Pd di Giulianova.
Anche i settori produttivi, primario e secondario, registrano riduzioni molto significative. Sono 21 le imprese agricole o ittiche e 22 quelle artigiane o industriali che hanno chiuso e non sono state sostituite. Persino l’edilizia, comparto assai sostenuto da politiche nazionali come il Superbonus, presenta un risultato deficitario, con 16 aziende in meno in appena quattro anni.
È evidente si tratti di un quadro complessivo particolarmente preoccupante, indice di una grave crisi dell’imprenditoria giuliese. “Il Partito Democratico, attento a dinamiche tanto delicate, intende dedicarvi la giusta attenzione e fornire risposte serie e concrete a sostegno delle molte, troppe, attività cittadine in difficoltà. Risposte che, evidentemente, la Giunta Costantini non è stata in grado di dare”.