Un uomo è stato fermato in aeroporto per una strana forma del ventre, dopo la perquisizione gli addetti alla sicurezza restano allibiti
Ha fatto scalpore quanto avvenuto nell’aeroporto di Lima, in Perù dove un uomo di 28 anni è stato arrestato per un motivo davvero particolare. In partenza verso la Corea del Sud, suo paese di provenienza, ha tentato invano di superare i classici controlli aeroportuali, nella speranza di non esser notato dalla sicurezza. Recatosi verso il metal detector, svuotatosi di tutti gli oggetti di metallo – come sempre riposti all’interno della classica vaschetta – e passato oltre il radar, il peggio sembrava esserselo messo ormai alle spalle. Passato oltre, però, non si è reso conto dell’allarmismo che è sopraggiunto tra i vari addetti alla sicurezza.
Pochi metri dopo, mentre sereno si recava verso il gate di imbarco, l’uomo è stato fermato dalle forze dell’ordine e portato in una sala adibita per gli interrogatori e la perquisizione. Ad averli incuriositi era la particolare forma del ventre, fin troppo grande e strana per poter lasciar passare il tutto. Un dettaglio che, inevitabilmente, non è passato inosservato e li ha costretti a intervenire per scavare più a fondo all’interno di una vicenda sicuramente particolare. Preso in custodia, la scoperta che è stata fatta nei minuti successivi è stata a dir poco particolare e sorprendente perfino per le autorità chiamate in causa.
Una volta fatto accomodare gli hanno chiesto di levarsi di dosso il giacchetto e la felpa, nella speranza di poter scoprire cosa nascondesse. Il suo tentennamento è stata la conferma che le cose non fossero nella norma e un incentivo nello spingerli a insistere. Quando il ventottenne è stato costretto a spogliarsi, il dilemma si è subito risolto. L’uomo era dotato di due cinture alle quali erano attaccati i sacchetti di plastica con la carta filtro e all’interno contenevano più di 300 tarantole, circa 100 millepiedi e nove formiche velenose che avrebbe voluto importare, illegalmente, all’interno della propria Nazione.
L’arresto è scattato immediatamente, così come il sequestro degli animali che sono stati messi in sicurezza dal SERFOR, il Servizio nazionale per le foreste e la fauna selvatica del Perù, che sta adottando ulteriori misure per garantire che non finiscano nel commercio illegale. Quello del traffico illegale di animali sembrerebbe comunque essere un problema degno di essere affrontato. Spesso questi vengono contrabbandati e venduti a collezionisti disposti perfino a pagare prezzi elevati. Ora il ventottenne sarà chiamato a rispondere alle dure leggi peruviane contro un reato che non è visto di buon occhio nel Paese, tutt”altro.