“E’ sconcertante oltre che doloroso – afferma – apprenderedei numerosi atti di maltrattamenti e violenza che si ripetono con continuità nei confronti delle donne. Per non parlare dei tanti casi non conosciuti in quanto non diventano fatti di cronaca. Dobbiamo dire con fermezza basta ad ogni forma di maltrattamento tra le mura domestiche e vigilare attentamente affinchè certi episodi non restino impuniti”.
E ancora: “Sono stati compiuti importanti passi avanti da un punto di vista normativo con l’introduzione del Codice Rosso, che dovrebbe rappresentare un radicale cambio di marcia e culturale nella prevenzione e nella repressione di questi fenomeni, in quanto ha inasprito le pene e accelerato l’avvio del procedimento penale per i casi di violenza domestica. Nonostante ciò, si registra una notevole lacuna nell’ambito della fase successiva all’avvio del procedimento: sarebbe opportuno introdurre misure tese a tutelare la donna durante tutto l’arco dello svolgimento degli atti processuali, a partire dalle indagini fino alla sentenza. A ciò si aggiunga l’atavica riluttanza delle donne a denunciare i casi di violenza, le quali impiegano tanto tempo per rivolgersi alle autorità competenti e, spesso, ritrattano e/o ritirano la denuncia. A mio avviso sarebbe necessario introdurre sussidi economici per le donne che denunciano e decidono di ricominciare una nuova vita, ripartendo da zero, e stanziare maggiori risorse da destinare ai centri antiviolenza dislocati sul territorio”.