Ma in un contesto decisamente complicato per chi opera nel comparto, gli ultimi rincari (energia, gas e materie prime per sfamare gli animali) rischiano di mettere sul lastrico decine di imprese. Alcune, nel recente passato, hanno già chiuso i battenti, delle altre rischiano lo stesso destino. In questo momento storico riuscire a coprire le spese è la vera impresa.
Una situazione simbolo è quella che arriva da Tortoreto dall’azienda agricola D’Antonio (dei fratelli Carlo e Arturo D’Antonio), dove vengono allevati bovini da latte. La quotazione del prodotto (il latte) è bassissima (39 centesimi). Ma non basta: nelle ultime settimane sulla categoria si stanno facendo sentire gli effetti dei rincari di luce, gas e cereali per l’alimentazione degli oltre 100 capi di bestiame. “In queste condizioni è impossibile andare avanti”, dicono, “ c’è una sola soluzione: chiudere, perché già chiudere in pareggio è una vera e propria impresa”.
E l’alba del nuovo anno per un’attività comunque impegnativa porta in dote nuove difficoltà, che senza sostegni rischia di mettere in ginocchio i produttori del comprensorio. “Tante imprese hanno dismesso le rispettive attività”, chiosa Gaspare Di Domenicantonio”, e alla lunga a pagarne le conseguenze saranno anche i consumatori che avranno prodotti esteri di qualità decisamente minore”.
Area Blu. Il tema dei prezzi del latte, già da tempo, è stato sollevato da Area Blu, movimento che conta decine di amministratori in provincia di Teramo, che aveva anche rappresentato le istanze delle categoria nel corso di un incontro con tutti i capigruppo della Regione Abruzzo. “Lanciamo un ennesimo appello alla Regione”, commenta Domenico Di Matteo, che sta perorando il caso di concerto con Carlo Simone e Alessandro Casmirri, sempre di Area Blu, “la categoria va sostenuta per evitare le stesse imprese possano scomparire. Ma da oggi tutti hanno fatto orecchie da mercante.