Tortoreto, commercio abusivo: minaccia i vigili con una lametta durante il sequestro

Tortoreto. Minacciati con una lametta mentre erano impegnati nelle quotidiane attività di controllo contro il commercio abusivo sulla spiaggia di Tortoreto.

 

Si sono vissuti attimi di tensione, che hanno anche interessato i tanti turisti che erano in spiaggia, nei giorni scorsi in uno dei tratti di spiaggia libera lidense. In particolar modo quello a sud della concessione Quattro Palme, dove stazionano spesso e volentieri venditori abusivi. Tre agenti della polizia locale, impegnati nel progetto Spiagge Sicure, erano in procinto di sequestrate una serie di mercanzie contraffatte ad un senegalese, che ha cercato una via di fuga, lanciando parte del contenuto di un sacco in mare.

Durante le operazioni di recupero si è avvicinato ai vigili, in maniera minacciosa, un cittadino tunisino, probabilmente ubriaco, che ha estratto una lametta ed ha iniziato ad inveire contro gli agenti (uno uomo e due donne). In spiaggia si è creata una situazione di potenziale pericolo, visti i tanti turisti e i diversi venditori abusivi. Anche perché il magrebino dopo essersi strappato la maglia minacciava anche gesti autolesionistici. Lentamente, e a fatica, la situazione è tornata alla normalità, dopo l’intervento del fratello del giovane esagitato (che ha diversi precedenti) e del consigliere comunale Nico Carusi (agente di polizia nella vita di tutti i giorni), che si trovava in zona.

L’episodio dei giorni scorsi, seppur una sorta di caso limite, però, favorisce delle riflessioni anche dei potenziali rischi che gli agenti corrono sull’arenile. “Ben vengano le azioni di contrasto al commercio abusivo”, sottolinea Carusi, “ ma è altrettanto vero che non possono essere sottaciuti i rischi sull’incolumità fisica di coloro che operano sulla spiaggia.

Ci si confronta, come l’episodio accaduto, con personaggi con precedenti, senza scrupoli e gli agenti non sono equipaggiati in maniera utile per fronteggiare tali situazioni. E’ indubbio che questo aspetto vada tenuto in debita considerazione”.

 

 

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