Teramo. All’indomani del Tavolo tecnico sulla ricostruzione, che si è svolto ieri al Parco della Scienza, il Sindaco di Teramo, nonchè presidente Anci Abruzzo, fa delle riflessioni.
“La prima considerazione è oggettiva: la gestione commissariale di Giovanni Legnini, ha fornito all’intero processo un nuovo dinamismo, che si sviluppa nel confronto, nella operatività, nell’avvio dei processi di semplificazione, nella assunzione di decisioni caratterizzate da elementi di estrema concretezza e fattibilità. Non possiamo che rallegrarci per questo cambio di passo, e ora tocca a tutti gli operatori fornire il supporto consultivo e attivo che garantisca al Commissario di proseguire senza dubbi o rallentamenti”.
Ricostruzione privata: procedure semplificate. “Come noto, ieri tutti gli attori – dalle istituzioni, ai Comuni, all’Usr, ai tecnici – si sono confrontati sulle novità introdotte dall’Ordinanza 100; una norma che avvia la decisa semplificazione delle procedure in tema di ricostruzione privata, attesa da tanti (troppi!) anni e che rende possibile l’accelerazione sperata da coloro che ancora vedevano le prospettive di ricostruzione delle proprie abitazioni invischiate nei lacciuoli burocratici. Era questo il nodo da sciogliere: una vera semplificazione. Ora, la scrupolosità e la chiarezza che la nuova Ordinanza instaura, disegna il contributo tecnico dei professionisti, stabilisce i diritti e gli impegni da assumere, sancisce le modalità operative. La garanzia del procedimento permette ad ognuno di interpretare al meglio il proprio ruolo, le proprie responsabilità, rendendo evidenti le scelte e le richieste”.
I Comuni tornano al centro. “Quale presidente regionale dell’ANCI mi preme rilevare, poi, che anche grazie all’incontro di ieri, i Comuni hanno riconquistato quella centralità che sembrava sfocata e che invece ora si impone come elemento imprescindibile, anche in termini di raccordo tra le numerose istituzioni chiamate a interagire. A questo punto, è irrinunciabile ritrovare fiducia tra le istituzioni e, assieme ad essa, una rinnovata fiducia da parte dei cittadini. Il sistema della ricostruzione, così come ora si delinea, deve reggersi sull’affidamento e sul dialogo costante. L’esperienza degli anni passati, in cui abbiamo parlato lingue diverse, è stata chiara nella sua inefficacia. Perciò oggi dobbiamo parlare tutti la stessa lingua. E’ proprio un diverso approccio culturale che deve guidare le relazioni e le attività di Istituzioni, Comuni, Usr e tecnici, i quali devono essere consapevoli del fatto che diventano loro, adesso, i veri protagonisti della ricostruzione”.
Ricostruzione pubblica. “Si registra l’auspicato cambio di passo; tocca ora agli ATER fornire il contributo perché, per quanto attiene nello specifico degli alloggi ERP, trovi la sponda indispensabile”.
“La riunione del tavolo ci ha fatto comprendere che elemento basilare per procedere con nuova energia, è il rapporto con i cittadini, fino ad oggi – direi giustamente – diffidenti e lontani. Adesso abbiamo la grande opportunità di superare la sfiducia e il distacco per proiettarci, con unità di intenti e uniformità di prospettive, verso la soddisfazione delle attese. Ma, accanto alle risposte di carattere economico, è giunto il momento di avviare anche una ricostruzione sociale; siamo consapevoli che nulla avrà efficacia reale, se ogni cosa viene concepita, ideata e realizzata a prescindere alle implicazioni di carattere sociale che, invece, devono governare le scelte economiche. Ecco, siamo chiamati a ricostruire il tessuto socio-economico, senza che l’uno dei due termini sia soverchiante ma in una dinamica che ne favorisca la tutela reciproca. Lo schema operativo è chiaro; l’assetto è volto ad una cultura della semplificazione; la risposta è all’orizzonte. Non ci resta che continuare così, come abbiamo fatto ieri: operosi, collaborativi. I cittadini hanno ancora le loro richieste, le istituzioni e gli attori hanno le modalità per fornire le risposte. Noi siamo finalmente fiduciosi, ma continueremo a verificare che queste, finalmente, giungano”.