Teramo. Ieri mattina la Provincia ha riunito i sindacati, le parti sociali, la Camera di Commercio e l’Università per lavorare in maniera specifica ad un progetto di rafforzamento del sistema produttivo teramano.
La base di confronto – ricco di dati e visioni progettuali – è partita dal progetto strategico contenuto nel Piano Territoriale Provinciale e denominato “Produzione e sviluppo”: un documento frutto di lavoro e analisi da parte del gruppo di lavoro coordinato dal servizio Pianificazione territoriale della Provincia e ieri illustrato dall’architetto Giuliano Di Flavio.
L’obiettivo condiviso è quello individuare le leve strategiche, e le risorse, necessarie a rafforzare il sistema produttivo, costruire una piattaforma programmatica condivisa da presentare a Regione, Arap (l’agenzia regionale che coordina gli ex consorzi industriali) ai rappresentanti parlamentari e al Governo. Anche in considerazione dei nuovi bandi per l’area di crisi della Val Vibrata che questa volta tutti vorrebbero più calzanti rispetto alle esigenze di un tessuto d’impresa molto medio e frammentato.
L’attività svolta da Provincia rispetto alla programmazione pluriennale ordinaria e straordinaria (Recovery e Nex Generation) ha messo in luce – come già sottolineato dalla stessa Provincia – una innegabile criticità: l’assenza di una visione d’insieme rispetto all’attività produttiva e industriale e la debolezza della provincia teramana rispetto al resto d’Abruzzo sulla politica industriale.
Il rafforzamento del sistema produttivo a partire dalle filiere industriali che hanno innovato e presentano potenzialità di ulteriore sviluppo (agroalimentare, automotive e carbonio); la riqualificazione delle aree industrial esistenti; la scarsa dotazione di servizi, l’assenza di distretti qualificati; il completamento del sistema impiantistico del ciclo dei rifiuti; la pianificazione della riconversione energetica. Si tratta di aspetti strettamente collegati, oggi dopo la riforma Delrio, alle competenze della Regione che attengono alle politiche di sviluppo del lavoro e dell’impresa.
Ma da parte della Provincia e dalle parti sociali vi è la ferma intenzione di contribuire con una propria proposta (in questi giorni la Regione ha avviato il dibattito sulla riqualificazione delle aree industriali abbandonate e sindacati, associazioni di categoria e Provincia non sono d’accordo su una riconversione commerciale ma ritengono che vadano attratte nuove attività produttive). L’incontro di ieri ha messo a fuoco le questioni sulle quali lavorare e le parti torneranno ad incontrarsi per sviluppare in maniera programmatica gli obiettivi.
“Serio, programmabile, finanziabile – questa la sintesi del presidente Diego Di Bonaventura in apertura – nonostante il dramma planetario che stiamo vivendo dal mondo dell’impresa mi arriva anche qualche segnale positivo. Strutturarci, rilanciarci individuando azioni possibili, identificando bene lo stato dell’arte. Questo l’impegno del mio ente, supportarvi in questo percorso, diventare portavoce di questa specifica esigenza”.
A coordinare questa attività il consigliere Lanfranco Cardinale, delegato con delega alle politiche comunitarie e al progetto “Riconnettere il territorio, impresa e comunità” votato all’unanimità dal Consiglio provinciale e dall’Assemblea dei Sindaci: “Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla risposta degli enti locali e delle parti sociali rispetto al progetto lanciato dalla Provincia. Oggi iniziamo un lavoro specifico per arrivare ad un documento politico di programmazione sullo sviluppo industriale. E’ chiaro che dovremo coinvolgere la Regione, che non è una controparte ma una parte essenziale con la quale dobbiamo dialogare ma avendo una piattaforma progettuale da condividere che ha alcuni pilastri già chiari: nuova occupazione, riconversione ecologica e digitale, infrastrutture e servizi”.
“Quante sono le risorse a disposizione? Questo il primo punto, quello fondamentale – ha sottolineato Fabio Benintendi segretario provinciale della Cisl – partendo da qui credo sia indispensabile fare una sintesi rispetto alla progettualità in corso, dovremo fare delle scelte e dobbiamo essere seri stabilendo delle priorità. Per questo è necessario fare uno sforzo, e qui abbiamo tutte le parti coinvolte, per individuare una scala di valori e fare una sintesi rispetto a tutte le progettualità che stanno avanzando”.
Qualificare le nostre aree industriali, far tornare gli imprenditori a fare investimenti – Cesare Zippilli – dobbiamo creare una sorta di cerniera produttiva che ricuce vallate e aree interne. La digitalizzazione e le tecnologie abilitanti, pensiamo alla telemedicina, saranno un tema abilitante dopo questa pandemia, e sono degli strumenti formidabili per superare le distanze fisiche”.
Il segretario provinciale Cgil Giovanni Timoteo ha aggiunto: “Il sistema manifatturiero teramano ha perso circa 5 mila posti di lavori; i servizi ne hanno riassorbito una parte ma si tratta di lavoro precario. Dobbiamo recuperare investimenti industriali. Qui abbiamo bisogno di aprire un confronto con Arap e Regione, dobbiamo riavviare un ragionamento sul ruolo dei Consorzi Industriali. Noi possiamo lavorare su questo tavolo in maniera istituzionale ma abbiamo bisogno di soggetti operativi che mettano in campo velocemente delle azioni per consolidare i settori che hanno resistito e recuperare occupazione dove l’abbiamo persa”.
“C’è un fiorire di progettualità anche grazie all’attività svolta dalla Provincia e questo è un fatto molto positivo – ha sottolineato Salvatore Florimbi – ma abbiamo bisogno di una forte azione di coordinamento per individuare le strategie per raccordare volume di finanziamenti a disposizione con una scaletta di priorità per evitare di disperdere questa occasione che è certamente straordinaria. Uno dei focus sui quali dobbiamo concentrare gli sforzi, considerato il nostro territorio, è certamente il turismo. Il documento programmatico del PTP individua con molta chiarezza obiettivi assolutamente condivisibili: i progetti vanno valutati sulla base dell’impatto che hanno su occupazione e Pil”.
“Abbiamo bisogno di stimolare la creazione di reti d’impresa, l’elemento dimensionale nella nostra provincia, rappresenta una criticità”, ha detto Nicola Di Giovannantonio, presidente e direttore di Confindustria. “Agroalimentare e meccanica, ad esempio sono comparti dove esiste già una filiera e strutturare una rete d’impresa significherebbe fare un enorme salto di qualità”.
Fabrizio Troilo, segretario provinciale della Uil, ha proseguito: “Bisogna dare atto alla Provincia di aver costruito un luogo di confronto su un tema che è fondamentale per questa comunità perché trasversale ad ogni politica di sviluppo: occupazione e benessere sociale. I documenti prodotti dalla Provincia dimostrano che c’è una precisa volontà di questa amministrazione fare uno sforzo per utilizzare al meglio i finanziamenti che vanno tutti nella direzione del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza. E’ chiaro che ci sono direttrici che devono viaggiare insieme: industria, infrastrutture, sanità e turismo sono centrali e devono viaggiare insieme a garanzia di tutto il territorio”.
“La governance di questi processi è fondamentale, concentramio le risorse, non investiamo in trecentomila progetti tutti nella stessa direzione – così ha ragionato Andrea Ciccarelli – ci troveremmo nuovamente di fronte al problema di come accorciare il gap strutturale della nostra provincia. La concentrazione di risorse ci impone di trovare i giusti progetti e i giusti luoghi. Non è competenza formale di nessuno dei soggetti seduti a questo tavolo la politica industriale, ma è altrettanto vero che rappresentiamo una rete di istituzioni e parti sociali in grado di esercitare una moral suasion nei confronti della Regione rispettano alle esigenze che individuiamo:”
Clicca per approfondire il documento (prodotto prodotto prima della crisi pandemica ma delinea direttrici di lavoro che sono considerati molto attuali) https://drive.google.com/file/d/14i93XGmr4k0mZ6NAVLk9s_Kut2cO_YeC/view?usp=sharing