“Caro Gianguido,
Peraltro, non è altresì gradevole apprendere, in questi giorni, attraverso i mezzi di informazione, di incursioni e di invasioni di campo sui comitati di quartiere e di frazione messe in opera da qualche temerario che sconfina dalle sue personali prerogative, occupandosi, senza averne alcun titolo, della vita associativa di altre associazioni che producono il solo effetto di ledere la sfera di autonomia e la libertà di associazione dei suddetti organismi. Le incursioni e gli interventi a gamba tesa, sopra descritti, sui comitati di quartiere e di frazione, nonché sulle altre associazioni cittadine, sono inaccettabili, perché inficiano lo svolgimento ordinario delle attività di quest’ultime nel raggiungimento del fine sociale che esse si sono prefissate all’atto della loro costituzione. Pertanto, in un’ ottica di assoluta trasparenza e di reale partecipazione democratica alla vita pubblica, dei comitati di quartiere e di frazione, delle libere associazioni che operano sul territorio comunale e di tutti i cittadini, pure condividendo e apprezzando la oramai esigenza di conferire una specifica delega assessorile o consiliare sulla democrazia partecipativa, ti invito a riflettere attentamente e, ad impedire, per le ragioni sopra argomentate, in una logica di rispetto del principio della libertà di associazione e di partecipazione alla vita pubblica, la possibilità di assegnare incarichi, consulenze a soggetti e/o ad associazioni sulla democrazia partecipativa.
In ultimo, per quanto sopra descritto, mi preme sottolineare che la democrazia partecipativa è un bene di tutti, che appartiene al popolo sovrano, che non può pertanto essere ad esclusivo appannaggio di qualcuno, appunto perché contempla un nuovo metodo di amministrare ed è un principio democratico statuito dalla nostra carta costituzionale. Essa, difatti, spetta all’intera collettività, ex art. 18 cost., che al riguardo sancisce il principio della libertà di associazione dei cittadini e la loro partecipazione democratica alla vita pubblica, tutelando la sfera di autonomia degli organismi di tipo associativo.
Per cui, a mio modesto parere, e concludo, la democrazia partecipativa al fine di essere compiutamente ed efficacemente esercitata, deve essere resa necessariamente, accessibile a tutti i cittadini, e a tutte le associazioni teramane concessa la facoltà di poterla esercitare, in un clima di pari dignità, proficuo dialogo e di reciproca collaborazione con la nuova amministrazione comunale, sulla base una modalità assolutamente inclusiva, volontaria, gratuita e incondizionata, senza fare neanche solo potere sotto intendere o fare minimamente pensare alla cittadinanza, alcun suo eventuale secondo fine, alcuna strumentale ingerenza nell’autonomia della libera vita delle associazioni e/o alcun celato interesse di natura particolare.
Tanto dovevo rappresentarti”.