Il geologo Matteo Collareda, a cui il Comune di Teramo aveva affidato lo studio sulla microzonazione sismica del territorio, ha consegnato la sua relazione finale. Si tratta di uno strumento fondamentale per la programmazione degli interventi sul territorio e per una corretta pianificazione urbanistica. Dall’analisi emerge che si ha di fronte un’area disomogenea.
Lo studio suddivide dunque il territorio sotto il profilo della risposta ad un terremoto, «valutata tenendo conto delle interazioni tra le onde sismiche e le condizioni proprie di ogni zona». Dall’interpretazione delle misure geognostiche condotte, si sono potuti ricavare modelli sismo-stratigrafici rappresentativi grazie ai quali sono state condotte simulazioni degli eventi sismici, finalizzate a ricavare i fattori di amplificazione.
Il risultato finale sono le mappe, denominate “carte di microzonazione sismica”, che forniscono una base conoscitiva sulla pericolosità sismica locale delle diverse zone e consentono di stabilire gerarchie di rischio. Ad esempio la zona ad est, quella dell’area industriale è sicuramente quella meno a rischio. Mentre il centro storico e le aree collinari hanno un fattore di rischio più alto.