Teramo. Una lettera, scritta alla Asl e al tribunale del malato per raccontare, anche con qualche punta sarcastica, all’ospedale di Teramo.
A rendere pubblica la vicenda è un paziente della Val Vibrata che ieri sera si è recato al pronto soccorso per un dolore al fianco, che poi si è risolto con una terapia antidolorifica.
Il medico del pronto soccorso ha invitato il paziente, per il giorno successivo, ad una visita nel reparto di urologia alle ore 12.
E qui iniziano le peripezie del paziente.
” Al reparto”, racconta, “mi dicono che devo andare in ambulatorio al secondo piano, erro io a non comprendere che trattasi di altro lotto, tra deambulazione limitata (purtroppo sono anche malato oncologico), e ascensori non proprio accessibili per numero chiamate, riesco ad arrivare in ambulatorio di urologia alle 12:30. Oltre ad un infermiere che mi chiede cosa debba fare, e gli faccio vedere il verbale di pronto soccorso, mi dice di aspettare”.
E’ normale che la mia presenza in sala di attesa per 2 ore non abbia neanche ingenerato un minimo di curiosità negli operatori dell’ambulatorio? E’ normale che un malato oncologico, comunque con tutte le mie limitazioni fisiche, dopo 3 ore non sa neanche se farà la visita che ha prescritto il medico di pronto soccorso?
Una dottoressa di otorinolaringoiatria mi ha consigliato di mettermi in corridoio aspettando qualcuno che uscisse da ambulatorio urologia, ho aspettato, ma non riesco a stare in piedi troppo tempo anche con le stampelle, e per quanto ho ancora dolore al fianco, ho preferito andarmene”.