Nella discussione nata attorno al disequilibrio nella distribuzione del fondo sanitario regionali tra le 4 province abruzzesi, si innesta la presa di posizione della organizzazioni sindacali della funzione pubblica.
Pancrazio Cordone (Cgil), Andrea Salvi (Cisl) e Alfiero Di Giammartino (Uil), in un documento molto dettagliato, raccontano tutto quello che è l’antefatto delle situazioni che in questi giorni stanno animando il confronto, anche quello di natura politica. “Va ricordat”, si legge in una nota, “e non per mero campanilismo, che con tale sistema la Regione ha supportato le Asl che continuavano a sostenere costi sempre maggiori, penalizzando nel contempo quella teramana che negli ultimi anni ha sempre rispettato l’equilibrio di bilancio come ribadito in tutte le relazioni accompagnatorie inserite negli strumenti di programmazione.
Il gap di assegnazione ha replicato negli anni una situazione di difficoltà che ha di fatto impedito l’assunzione di ulteriore personale, la realizzazione di ulteriori investimenti in attrezzature e tecnologia e, anche alla luce della mancanza nel territorio di Teramo di strutture private, di attuare strategie volte ad arginare la crescente mobilità passiva, predominante verso la regione Marche. Peraltro, tale gap, ha prodotto ulteriori gravi scompensi legati alla pandemia in atto: oggi è pressoché generalizzata la carenza di figure sanitarie (molto meno per i territori che ospitano università) e, dunque, le figure che negli anni passati si sarebbero potute assumere disponendo dei fondi necessari, oggi non sono più disponibili a causa della loro carenza, tanto che la Asl di Teramo che nel panorama regionale è quella che ha bandito più concorsi, vede andare deserti molti bandi.
Spesa per il personale. In un’ottica di contenimento del costo del personale, funzionale all’equilibrio economico delle ASL, nel corso dell’ultimo quadriennio 2017-2020, la Regione Abruzzo ha fissato per la spesa di personale, così come per altre voci di spesa, degli specifici limiti per le 4 ASL regionali, limiti (contenuti nelle Deliberazioni pubblicate sul sito di ogni Asl nella sezione trasparenza relativa ai bilanci) dall’esame dei quali emerge con evidenza come la ASL di Teramo sia quella, tra le 4 ASL regionali, che – nel corso del quadriennio di riferimento – ha avuto il minor incremento percentuale a fronte di valori caratterizzati da punti di partenza pressoché omologhi.
“Non può che rilevarsi”, la riflessione delle organizzazioni sindacali, “con assoluta evidenza il sottodimensionamento del limite di spesa per il personale fissato per la ASL di Teramo, anche e soprattutto in rapporto alle altre realtà aziendali regionali; sottodimensionamento al quale – si auspica – occorrerebbe fornire un’adeguata risposta in termini di incremento del riferito limite di spesa, anche nella necessaria prospettiva della opportunità di garantire un’omogeneità di trattamento alle singole realtà territoriali della regione in termini di potenziali prestazioni sanitarie da fornire alla cittadinanza”.