Il sindaco, che in quanto tale è anche la prima autorità sanitaria del suo territorio comunale, dovrebbe sapere che una casa di riposo richiede requisiti precisi: accogliere in una stanza due o al massimo tre ospiti; ogni stanza deve essere dotata di un telefono e ogni letto di un campanello così come ogni stanza deve disporre di un suo bagno a misura di disabile, visto che spesso la persona anziana scivola poi nella disabilità”, si legge nella replica.
La Casa di riposo di Sant’Omero – va ricordato al sindaco – era stata realizzata, e prima ancora “pensata”, come asilo quindi gli anziani ospiti si erano ritrovati all’interno di aule “promosse” a stanze. In cinque o sei in ogni aula/stanza che, in quanto aule di un asilo, non dispongono di un bagno ciascuna. Inoltre la struttura mancava – nel periodo dell’emergenza Covid – della necessaria area di quarantena. Di fatto, gli operatori che dovevano vestirsi e svestirsi come i protocolli richiedevano erano costretti a percorrere un tour all’interno della struttura: passare per il corridoio, il salone, la sala da pranzo, la cucina e arrivare al luogo in cui cambiarsi.
Quindi avrebbero potuto infestare, a piene mani, gli anziani ospiti. Così come, nel percorso inverso, all’uscita, avrebbero potuto portare il contagio nelle proprie famiglie. Altro dettaglio a caratterizzare la struttura, il fatto che si trovi a meno di dieci metri di distanza da una strada a transito veicolare e non abbia una recinzione.
Mette a disagio l’insensibilità greve e irridente dell’espressione usata dal sindaco quando parla dei “cessetti”, per definire i sanitari della struttura. Che, realizzata come scuola per l’infanzia, conta sanitari a misura e ad altezza di bambini dai tre ai cinque anni: inservibili per persone anziane con difficoltà anche ad abbassarsi. Le foto dei “cessetti” che tanto solleticano il senso dell’umorismo del sindaco, e che alleghiamo, sono state scattate al termine del nostro sopralluogo nel quale si è deciso il trasferimento degli ospiti in parte nella struttura di Civitella e in parte in quella di Teramo, tra l’altro tutelando tutti i posti di lavoro. Né da logica potrebbero dirsi antecedenti, perché non avremmo potuto fotografare gli interni della struttura a nessun titolo.
Questo smentisce le fantasiose dichiarazioni del sindaco secondo cui il commissario nominato dalla Regione non sarebbe mai andato nella Casa di riposo di Sant’Omero, la stessa che invece sembra più probabile che sia proprio il sindaco a non conoscere affatto. La struttura dopo i ripetuti terremoti del 2016 e 2017 aveva, tra l’altro continuato a funzionare – per scelta dell’allora governance – e ad accogliere gli ospiti fino a che, dopo il crollo di una porzione del soffitto, le indagini avevano evidenziato un indice di vulnerabilità sismica pari a zero. Anche questo la dice lunga. In quanto al citato trio “di nomina politica Cantori – Covelli – Canzio” è un’esperienza che non rinnego e che ha portato a lavorare per tutelare lavoratori e ospiti. Vale la pena ricordare come la massa debitoria fosse lievitata dal 2015, con l’istituzione delle Asp che si sono portate dietro i fardelli delle ex Ipab, fino al 2019 e come proprio nel 2020 si sia invece iniziato un percorso serio che ha dovuto, però, fare i conti con le maggiori spese dettate dal Covid. Un percorso passato per le dimissioni dell’avvocato Covelli nel cui merito non entro, fino alla decisione del commissariamento dell’Asp1da parte della Regione. Il lavoro svolto da commissario in tre mesi è stato puntualmente rendicontato nella relazione consegnata al governatore Marsilio e agli assessori competenti. Su tutto, una riflessione: l’inaccettabile strumentalizzazione politica fatta dal sindaco ai danni, in primis, di ospiti e dipendenti”.