Ovviamente, il casellario giudiziario del richiedente era nullo, vuoto. E’ una vicenda per certi versi paradossale quella che arriva da Sant’Egidio alla Vibrata. A raccontarla è il protagonista, suo malgrado, di quella che rappresenta una vera e propria doccia gelata.
Marcello Agostini 58 anni, parte da un assunto: “negli ultimi mesi non si è fatto che parare dei cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza. Ma nessuno, invece, parla del disagio di chi per mancanza di lavoro o dii età, come nel mio caso, nessuna azienda dà una possibilità e il reddito di cittadinanza mi ha letteralmente salvato la vita”.
Da un sostegno, la cui efficacia nel caso di specie, ha una valenza fondamentale, ad una decisione da parte dell’Inps che è arrivata a ciel sereno. Ossia a dicembre il sostegno è stato revocato di fronte a quello che appare un grossolano errore.
“Come può un ente pubblico“, racconta Agostini, ” possa accusare un cittadino senza nemmeno verificare il tutto con l’interessato e chiedere, eventualmente, l’invio di una documentazione per evidenziare, o meno, l’errore.
Invece mi sono visto calpestare nella dignità di uomo, nella parità sociale e sono costretto, attualmente, senza denaro con affitto, utenze e cibo da pagare.
Naturalmente, sono in attesa di una loro comoda risposta: tanto la mia vita non conta nulla per loro. Ma io sento che la mia esistenza è in forte pericoloso ed è inaccettabile che si possa spazzare la vita di un cittadino senza che nessuno se ne preoccupi.
Molta gente”, aggiunge, ” è nella povertà assoluto, senza un lavoro e le istituzioni se ne fregano. Anzi, stanno cercando di fare cassa con la modica del reddito di cittadinanza. A me non interessa avere il reddito di cittadinanza, ma vorrei solo un lavoro che mi possa consentire di arrivare alla pensione”.