Lo fa attraverso un “evento zero”, in cui verranno aperte le porte al pubblico dell’edificio costruito dopo il terremoto del 2009 e finora mai utilizzato, il Museo delle arti contadine in via Nuova. L’evento inizia alle 9.30 con gli interventi del sindaco di Colledara, Manuele Tiberiii, del presidente del Parco, Tommaso Navarra, e del consigliere provinciale delegato alle Politiche per la zona montana, Giovanni Tiberii.
Il progetto verrà presentato da Mauro De Flaviis, Rup del Comune di Colledara, dall’ingegnere Anna Di Saverio, dal dottore forestale Elio Di Marco, da Marianna Lostagnaro dell’Istituto comprensivo Isola-Colledara, da Osvaldo Mancini, presidente di “Esperienza Natura” e da Cinzia Turli, responsabile comunicazione della Lazzaroni Spa. Le conclusioni saranno affidate al rappresentante del Comitato sisma centro Italia.
“L’iniziativa – spiega il sindaco Tiberii – promuove pratiche di orticoltura sostenibile e responsabile verso l’ambiente e la comunità locale, prevedendo tra le varie iniziative: il mercato del contadino, la degustazione dei prodotti a chilometro zero e una serie di attività didattico-formative, all’aria aperta e micro-attività agricole per avvicinare i giovani alla pratica dell’agricoltura ecocompatibile”.
“Al centro del progetto c’è l’allestimento del Museo del Contadino – aggiunge il consigliere delegato all’Ambiente, Simone Tullii -, un sistema museale legato a quello degli orti didattici, che si compone all’esterno di un giardino provenzale, orto sperimentale e banca del seme e di spazi interni che rappresentano l’ultima frontiera dell’insegnamento creativo: un’aula 3.0, un’aula senza zaino e un’aula expo”.
L’edificio è un incubatore di rigenerazione urbana, luogo didattico e d’incontro con i produttori locali e servirà anche da punto di prima accoglienza in caso di calamità. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto pilota “Colledara OrtINcentro” nato nel 2016 con la partecipazione al Concorso nazionale di idee “Culturability- rigenerare spazi da condividere” bandito dalla Fondazione Unipolis. Il progetto prevede diverse fasi: tra quelle già avviate la formazione degli ortisti, la sensibilizzazione delle scuole e della cittadinanza all’alimentazione bio a chilometro zero. È seguito l’allestimento del Museo del Contadino e degli orti.
“La fase finale del progetto – afferma l’ingegnere Anna Di Saverio – prevede la diffusione di pratiche innovative, la promozione di tecniche autoctone e dei prodotti rurali, lo sviluppo di nuove imprese sul territorio e l’espansione delle attività agricole”.
Durante l’evento di presentazione saranno allestite stampe e riproduzioni iconografiche del contesto agricolo locale e sarà simbolicamente messa a dimora la prima essenza autoctona e spontanea del territorio. Successivamente il mondo botanico sarà raccontato attraverso otto esperienze tipo, a dimostrazione di come “l’arte del coltivare” e l’agricivismo possano salvare l’ambiente e le piccole comunità.