“Per il sistema d’istruzione si continua a non affrontare i reali problemi: niente in materia di organici e di tempo scuola mentre diminuiscono le risorse per migliorare l’offerta formativa” per la Flc Cgil Teramo che di seguito propone una sintesi.
“Non mette soldi sufficienti per i rinnovi contrattuali pubblici 2022-2024 (solo una tantum dell’1,5% a fronte di un’inflazione al 12%). Taglia i fondi alla scuola: in 2 anni meno 700 scuole, a regime meno 1.400 scuole sulla base di un nuovo parametro di dimensionamento di 900-1000 alunni per scuola, con meno DS e DSGA e personale ATA. Stanzia risorse insufficienti (150 milioni) per il personale scolastico. Si tratta di un fondo finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico, con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto della dispersione scolastica. I criteri di utilizzo saranno definiti decreto del Ministro dell’istruzione, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio. In questo modo viene aggirato il CCNL (la valorizzazione è materia contrattuale) e non si rispettano gli impegni assunti dallo stesso ministro con l’Accordo del 10 novembre 2022. Introduce 30 ore di moduli curriculari di orientamento a partire dalla scuola di primo grado, intervenendo, senza aggiungere un euro, su una materia che è di pertinenza della scuole autonome. Stabilisce che le nomine del Presidente, del direttore generale e dei 7 componenti del comitato scientifico internazionale della Scuola di Alta Formazione devono essere effettuate entro il 1° marzo 2023; nomine pagate con le risorse del fondo delle istituzioni scolastiche. Collega surrettiziamente il reddito di cittadinanza con obbligo di istruzione. Dal 1° gennaio 2023 e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, l’erogazione del reddito di cittadinanza ai beneficiari compresi nella fascia di età dai 18 ai 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo scolastico, è condizionata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello, o comunque funzionali all’adempimento del predetto obbligo. Aumenta il compenso dei Revisori dei conti delle istituzioni scolastiche con una quota del Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche, pari a 4,2 milioni di euro (annui) a decorrere dall’anno 2023”.
E conclude il sindacato: “Una legge di bilancio deludente e retriva che conferma il taglio delle risorse che le scuole dovrebbero utilizzare per migliorare l’offerta formativa, determina un aumento degli adempimenti ed invade materie tipicamente contrattuali. Non è un buon inizio”.