Un padre morto giovane, quando lui era ancora nel grembo della mamma Adelina; una zia, Derna, che lo seguiva come un figlio; due giovani sacerdoti, don Giovanni e don Gianfranco, che lo accompagnavano nella vita spirituale nella grande famiglia del Movimento Diocesano.
Un ragazzo come tanti, e come tanti la sua vita è stata spezzata, prima ancora di sbocciare, 34 anni fa nel mare di Silvi. Una tragedia, come tante, con la sua dose di dolore e rimpianto. Ma qualcosa di diverso c’era, e ancora c’è, Qualcosa con la maiuscola, che ogni anno, il 20 agosto, anniversario della sua morte, raduna decine di giovani e non, sulla sua tomba e nella sua casa, accanto a mamma Adelina e Zia Derna, che ispira musical e libri, che attira ragazzi di ogni età. Cosa sia quel “Qualcosa” ora se lo chiede anche la Chiesa, con l’inizio ufficiale della causa di beatificazione e canonizzazione annunciata oggi sul sito web della Diocesi di Teramo e Atri.
Il tempo, forse, darà una definizione ufficiale di quel “Qualcosa”; chi lo ha conosciuto, di persona o incontrando la sua storia, nel cuore, la risposta già la conosce.