Insieme ai sacerdoti, la campagna della Cei. La storia di don Franco, parroco di Castelli

Un mese con i sacerdoti, annunciatori del Vangelo in Parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione.

 

Come ogni anno torna la campagna di comunicazione per le Offerte Insieme ai sacerdoti, promossa dal Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa cattolica.

 

E’ tempo di guardare ai sacerdoti non come a persone che possono fare tutto, ma a ministri dei sacramenti e annunciatori del Vangelo che hanno bisogno della vicinanza e dell’affetto delle comunità che servono. E che sono affidati ai fedeli per il sostentamento -afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio Promozione CEI per il sostegno economico alla Chiesa- Anche Papa Francesco ci ricorda l’importanza di questa vicinanza ai nostri preti. L’Offerta è un contributo speciale, da introdurre stabilmente nella nostra vita cristiana, ripetendolo qualche volta l’anno, perché ci incammina su una nuova strada di comunione con la Chiesa. Basterà anche un piccolo importo, ma donato in tanti, perché raggiunga tutti i preti diocesani in Italia, non soltanto il nostro”.

 

Al centro dello spot tv c’è un’intera comunità con il suo parroco, con l’oratorio e gli abitanti del quartiere. Nel filmato una bambina del catechismo segue il parroco, Don Diego Conforzi della parrocchia di Sant’Ugo di Roma, nella sua giornata tipo, dalle visite agli anziani alla pastorale giovanile, dal soccorso ai più poveri all’altare dove eleva il calice. Uno spot per tornare a sottolineare l’impegno quotidiano di ogni “buon pastore” che ha scelto di essere al servizio del Vangelo e degli uomini, in ogni situazione, dalle più normali a quelle umanamente più problematiche.

 

Alla fine dei 15 e 30 secondi una voce recita: “Doniamo a chi si dona” con un invito a donare attraverso il sito www.insiemeaisacerdoti.it. Qui, oltre a tutte le informazioni sulle Offerte Insieme ai sacerdoti (storia, dati, modalità per donare, ecc.), è interessante scoprire le storie di coloro che dedicano la loro vita al prossimo.

Gli spot, in formato web, verranno promossi anche sulla pagina Facebook www.facebook.com/insiemeaisacerdoti che racconta la missione dei sacerdoti attraverso storie vere, presentate ogni mese nello spazio “Insieme a Don” con foto, interviste, documentari. La campagna, declinata anche sulla stampa cattolica, sarà on air fino al 31 dicembre.

L’iniziativa ha come obiettivo quello di continuare a diffondere la conoscenza delle Offerte Insieme ai sacerdoti destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero. L’anno scorso 78.289 fedeli hanno effettuato una donazione per il sostentamento dei sacerdoti. Non molte se paragonate al numero dei cattolici italiani, ma Offerte comunque molto preziose in quanto rappresentano uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale, scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei 35mila sacerdoti diocesani. Infatti da 30 anni essi non ricevono più uno stipendio dallo Stato ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso queste Offerte. Nel 2017 sono state raccolte 102.820 Offerte, per un totale di 9.609.811,21 euro.

 

Tra i 35 mila preti diocesani sostenuti nella missione con le Offerte per il sostentamento ci sono sacerdoti come don Franco d’Angelo, parroco di Castelli e di altre tre parrocchie ai piedi del Gran Sasso.

Punto di riferimento per i parrocchiani, Don Franco è atteso ovunque con affetto. A testimonianza del profondo legame con le comunità parrocchiali ed il territorio, lo scorso 15 settembre, è stato insignito della cittadinanza onoraria di Castelli “come segno di profonda gratitudine – si legge nella motivazione – per la sua azione di uomo e di sacerdote, esempio di altruismo e dedizione al bene comune, per aver sostenuto con la sua vivificante attività pastorale e il suo impegno civile la comunità di Castelli anche in momenti di particolare difficoltà”.

Un riconoscimento importante della sua “missione” che si svolge su chilometri di strade, ben 70.000 l’anno, che il sacerdote percorre senza sosta con la sua Panda 4×4 giungendo a destinazione anche quando le tortuose e sconnesse strade delle 12 frazioni di Castelli, Villa Rossi, Colledori e Palombari, sono ricoperte di coltre bianca. Come quella caduta a metri lo scorso anno e che, accompagnata alle scosse di terremoto, ha creato disagi e disperazione, risparmiando solo le morti che hanno invece colpito la vicinissima frazione di Rigopiano (29 le vittime nell’hotel travolto da una valanga). “Quando tutto era bloccato lui ha accompagnato la Protezione civile, è venuto a dire Messa, ha portato i pacchi della Caritas”, sottolineano alcune parrocchiane, fino a mettersi alla guida del furgone rosso, acquistato usato dalla parrocchia, per portare gli ammalati in sicurezza. Al servizio del prossimo da sempre rifiuta i 436 euro che gli spetterebbero come contributo dalla comunità: “Non ci sono soldi – sottolinea – Come si fa a chiederli?”.

 

Anche se le difficoltà economiche hanno svuotato i borghi lui è riuscito a tenere unite le comunità. E, una ad una, ha riaperto le chiese riscoprendo tesori sorprendenti e nascosti. Come quelli della quattrocentesca Chiesa di San Donato, definita da Carlo Levi (l’autore di Cristo si è fermato ad Eboli e Le parole sono pietre) la “Cappella Sistina della maiolica” o Santa Maria della Neve a Befaro, la cappella Madonna delle Grazie di Villa Rossi, dove i fedeli partecipano alla Messa stipati perché la chiesa madre di Sant’Andrea è terremotata. O San Giovanni Battista, riaperta al culto un anno fa e dove, nelle 4 dita mancanti alla mano destra del crocefisso ligneo del ‘500, è raccontata la sofferenza di una chiesa chiusa per 40 anni.

Il sisma e poi anche le condizioni meteo estreme hanno disperso i fedeli ovunquespiega don Franco  ripensando a quanti, dal 2009, sono andati via per paura o perché senza più una casa. Castelli è la patria della ceramica, attività economica fiaccata dal terremoto che ha distrutto il centro storico e tutte le attività di produzione e vendita, condannando il turismo di settore. Nel 2016 alcuni di questi cittadini si radunarono nella casa parrocchiale, costruita con sacrificio proprio dal parroco dopo 10 anni in affitto, perché era l’unica abitazione ritenuta sicura. Ora la casa di don Franco è diventata il punto di riferimento per tutte le attività, compresa la raccolta di alimenti destinati a chi nel silenzio ha bisogno.

 

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