Ha trasformato il ripostiglio della sua abitazione, nel quartiere Annunziata, in un vero e proprio laboratorio dove esamina i suoi reperti. In un piccolo meteorite, sezionato e poi passato al microscopio, avrebbe individuato delle nanotecnologie non di natura terrestre. I piccoli cristalli in effetti mostrerebbero delle microscopiche tecnologie.
Potrebbe essere stato comunque lo scherzo della natura o una deformazione simmetrica provocata dal surriscaldamento del piccolo meteorite al passaggio nell’atmosfera. Questo materiale è stato esaminato dal professor Francesco Fratini, ex docente del laboratorio di chimica dell’Università di Chieti il quale in una relazione confermerebbe la natura non terrestre del materiale in possesso di Dante Di Pompeo.
Il ricercatore giuliese, che nel suo laboratorio conserva anche una quantità impressionante di fossili, alcuni provenienti dal deserto africano ma non solo, altri rinvenuti in zona, ha intenzione di contattare il premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia. E’ in attesa di avere un suo indirizzo.
Nel frattempo le sue scoperte e la sua passione per la malacologia sono materie che vengono illustrate ai ragazzi delle scuole teramane, all’università di Teramo, ma anche in America.