Sarà un pool di esperti, coordinati dai medici legali Giuseppe Sciarra e Pietro Falco, ad effettuare tutti gli esami genetici e antropometrici su quello che resta del corpo di Daniele Taddei.
Il giovane di Sant’Omero scomparso da casa il 1 agosto del 2014 e rinvenuto, all’interno della sua auto, in un canneto a Terrabianca di Tortoreto. Il sostituto Enrica Medori, oggi, ha affidato l’incarico ai due professionisti che dovranno, nel giro di un paio di mesi, di effettuare tutti gli esami del caso per far luce, se questo sarà possibile, sulla morte del giovane operaio.
I resti trovati nella Nissan Micra non consentono, infatti, di effettuare un’autopsia classica. Ma sarà necessario lavorare per step. Operazioni che prenderanno il via la prossima settimana, in pratica ad anno nuovo. Esami che riguarderanno il tessuto osseo, gli esami genetici (per dire con esattezza che in quella vettura c’era Daniele Taddei) e poi possibili lesioni per stabilire quale possa essere l’origine del decesso. E se l’impatto dell’utilitaria nel fossato possa aver causato la morte, oppure no. Insomma un lavoro complesso e articolato, che richiederà tempo ed esami accurati.
Verifiche saranno effettuate anche nell’auto, la Nissan Micra, attualmente in un deposito giudiziario ad Alba Adriatica.
In attesa di mettere assieme tutti i vari tasselli, continuano ad emergere interrogativi legati alla presenza dell’auto in quella zona. Rimasta nascosta tra la vegetazione spontanea per oltre 4 anni.
E la richiesta avanzata in quei giorni dalla famiglia di battere la zona a cavallo della bonifica del Salinello, nella quale (zona era ampia), era stato agganciato nei giorni successivi alla scomparsa di Daniele Taddei, del segnale del suo cellulare.