Daniele Taddei: dall’autopsia le risposte ai tanti interrogativi

Tortoreto. Dall’autopsia e dall’esame del Dna su quello che resta di Daniele Taddei, il 28 enne di Sant’Omero, rinvenuto in un fossato, a Terrabianca di Tortoreto, potrebbero emergere particolari utili (non tutti chiaramente) per fare luce su alcuni aspetti legati alla controversa vicenda.

 

Ed è la risposta che cercheranno di dare i due medici legali che effettueranno gli esami previsti. In mattinata, infatti, il sostituto procuratore Enrica Medori, titolare dell’inchiesta, affiderà l’incarico a Pino Sciarra e Pietro Falco. Esami che saranno effettuati nel corso della giornata,all’obitorio del Mazzini di Teramo, in modo da chiarire alcuni dubbi. Il fatto che i resti del cadavere rinvenuto al posto di guida della Nissan Micra possano appartenere al povero Daniele (scomparso da casa i 1 agosto del 2014), non ci sono dubbi, anche se la certificazione arriverà attraverso l’esame del Dna. Autopsia che servirà anche per stabilire l’origine del decesso. Se per l’effetto diretto dell’uscita di strada o per altri motivi.

 

Il ritrovamento. Come è noto, l’auto del giovane di Sant’Omero (che oggi avrebbe avuto 32 anni), è stata rinvenuta nel pomeriggio di giovedì, a Terrabianca, una delle frazioni collinari di Tortoreto. La vettura era nascosta nella vegetazione spontanea, tra canne e rovi. Invisibile per tutti. Dalle auto di passaggio, ma anche dai cacciatori che battono quella zona. E sono stati proprio loro, impegnati in una battuta di caccia la volpe, in maniera casuale, ad imbattersi tra la folta vegetazione con l’auto e con i resti del giovane, ancora sul posto di guida. L’auto è finita sotto la scarpata con la parte anteriore (l’unica danneggiata), per poi finire la sua corsa tra la vegetazione nel punto più basso del fossato. Gli airbag scoppiati e il finestrino del lato guida abbassato per buona parte.

 

Vicenda quasi surreale. Daniele era scomparso da casa il 1 agosto del 2014, dopo una delusione d’amore come in alcune occasioni hanno raccontato i familiari (ora trincerati in uno stretto riserbo), con pochi soldi in tasca. Le ricerche non avevano dato esito. Ma poi per caso il suo corpo viene trovato a poche centinaia di metri dalla casa dei nonni, a Terrabianca, lungo una strada, la provinciale, che conosceva bene. Come sia finito nel fossato, forse non si saprà mai. E praticamente l’ipotesi che potesse essere rimasto vittima di un incidente stradale, non si era mai fatta spazio. Incidente che non ha avuto testimoni, forse accaduto il giorno stesso della scomparsa.

 

Il luogo del ritrovamento. Nella giornata di oggi, con la luce del sole, in tanti tra conoscenti, amici e parenti sono tornati a Terrabianca, osservando anche in maniera accurata il luogo dove era “nascosta” la Nissan Micra di Daniele. Interrogativi di come possa essere finito lì sotto e che nessuno durante gli oltre 4 anni si sia mai accorto di nulla.

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