L’odissea di una famiglia giuliese, che ha dovuto rinunciare anche a visite specialistiche importanti, è raccontato da uno dei suoi componenti che ha chiesto l’anonimato alla nostra redazione per spiegare la loro storia. Da 43 giorni sono in isolamento post Covid 19 in attesa di un certificato dalla Asl di Teramo.
Il 3 Novembre mio padre ha effettuato un tampone molecolare da privato; dopo 2 giorni abbiamo ricevuto il risultato, purtroppo positivo. Abbiamo subito contattato il nostro medico di base per avviare le procedure di isolamento fiduciario, in particolare il medico ha avviato la pratica il 9 Novembre, richiedendo il tampone per tutto il nucleo familiare alla asl di Teramo.
Questa richiesta sembra essere stata completamente ignorata o cestinata da parte della Asl; il 24 Novembre dopo innumerevoli solleciti al numero 0861420699 (numero per l’emergenza covid), un operatore inserisce la richiesta di tampone per tutto il nucleo familiare da effettuare il 25 Novembre presso Contrada Casalena. Due giorni dopo riceviamo il risultato, tutti negativi tranne mio padre che risulta incerto e deve ripetere il tampone; il medico invia subito una richiesta di tampone alla Asl e ci dice che al massimo deve passare una settimana dal tampone precedente e che deve ripeterlo solo mio padre. Ancora una volta non veniamo mai contattati dalla Asl di Teramo, inviamo solleciti telefonici ogni giorno ma sembra essere tutto inutile, non veniamo mai ricontattati.
Il 3 dicembre mio padre si presenta a Contrada Casalena per effettuarlo (senza registrazione da parte della Asl, visto che sembra che siamo inesistenti ai loro occhi). Un paio di giorni dopo riceviamo il referto e purtroppo risulta positivo. Il medico invia un’ulteriore richiesta di tampone alla Asl, io sollecito subito la situazione al numero di telefono indicato sopra. Due giorni dopo veniamo contattati dalla Asl, ci dicono che mio padre deve fare un tampone a Tortoreto l’11 dicembre. Nel frattempo l’8 Dicembre contatto il numero per chiedere un certificato di fine sorveglianza, in quanto dal primo tampone molecolare positivo (effettuato da privato) è passato oltre un mese e mio padre non ha più sintomi dal 9 Novembre. Come diramato dalle linee guida del Ministero della Salute, passati 21 giorni dalla comparsa dei sintomi, se negli ultimi 7 giorni il paziente risulta asintomatico, si può interrompere l’isolamento anche in caso di positività del soggetto. Quindi il mio nucleo familiare rispetta esattamente questo comunicato, in quanto l’isolamento dura da più di un mese e senza sintomi.
L’8 dicembre un’operatrice dell’emergenza covid (in una chiamata al solito numero) mi dice di inviare una mail ad un contatto da lei indicatomi, inviando anche il referto del tampone molecolare effettuato da privato effettuato il 3 Novembre, dicendomi che entro un paio di giorni avrei ottenuto il certificato di fine sorveglianza. Nel frattempo mio padre risulta ancora positivo al tampone dell’11 Dicembre. Ad oggi 16 Dicembre non ho ricevuto alcun certificato di fine sorveglianza, chiamo almeno due volte al giorno il numero per la gestione dell’emergenza covid e mi dicono sempre la stessa cosa: che inviano un sollecito e riceverò a breve il certificato. Ad oggi il mio nucleo familiare è in isolamento da 43 giorni, abbiamo dovuto rinviare numerose visite mediche di diagnostica importanti (tra cui una biopsia) di tutto il nucleo familiare e ci sembra di vivere una situazione surreale, completamente ignorati dalla asl. È evidente che la Asl di Teramo nella gestione della situazione covid non ha per niente la situazione in controllo, ed è chiaro che ci sono dei problemi organizzativi e strutturali che non dipendono dalla mole di lavoro a cui sono attualmente sottoposti.
Non è possibile essere messi in isolamento domiciliare per un periodo di tempo così esteso nel momento in cui il Ministero della Salute italiano ha diramato delle comunicazioni ben precise a riguardo”.