Al momento non è previsto nessun rimpiatrio per i giovani universitari che restano bloccati tra l’Eira e l’Irlanda del Nord con pub e università chiusi ma tutte le altre attività normalmente apete. Hanno lanciato un appello sui social cercando di sensibilizzare l’Italia e il Governo per trovare una soluzione.
“Non potendo disporre di un medico personale non ci sentiamo sicuri. Inoltre le università sono chiuse e chi tra noi è uno studente non può rivolgersi al servizio medico universitario. In Irlanda l’unica misura che è stata presa è stata quella di chiudere le università e i pub, ma le persone continuano ad andare a lavorare, a frequentare ristoranti e bar come se nulla fosse, nonostante sia possibile osservare l’evoluzione della situazione in altri paesi come la Francia, la Spagna e in particolare l’Italia. Siamo spaventati di cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni e ci sentiamo abbandonati dallo Stato italiano”.
Lo ha scritto la studentessa di Giulianova nella lettera che pubblichiamo integralmente di seguito:
Buonasera,
sono Federica Stampatori, una studentessa italiana dell’Università di Macerata che sta effettuando l’Erasmus a Dublino, in Irlanda.
Vi scrivo come portavoce di 15 ragazzi e ragazze che si trovano nella mia stessa situazione, pretendendo di poter godere degli stessi diritti dei cittadini italiani che sono riusciti a rimpatriare da altri stati.
A causa dell’evoluzione dell’emergenza Coronavirus, che si sta sviluppando similmente in Irlanda così come è già avvenuto negli altri paesi europei, vorremmo rimpatriare in Italia, come tanti altri ragazzi che si trovano all’estero per lo stesso programma o per motivi lavorativi.
In questi ultimi giorni siamo riusciti a metterci in contatto e a creare un gruppo: alcuni di noi si trovano in Irlanda, altri in Irlanda del Nord.
Stiamo controllando ininterrottamente i voli delle varie compagnie per poter rientrare in Italia, tuttavia è necessario effettuare più scali in aeroporti di città europee. Ma non esiste alcuna garanzia, poiché molti voli vengono cancellati quotidianamente e non c’è alcuna certezza sulla possibilità di lasciare l’Irlanda.
Abbiamo provato a contattare l’Ambasciata italiana a Dublino, chiamandola e inviando email, ma l’unica risposta che abbiamo ricevuto è stata che non ci sono voli programmati della Farnesina per il rimpatrio dall’Irlanda.
Abbiamo provato a spiegare la nostra condizione inviando una lista di nominativi, affinché potessero comprendere le nostre richieste e quantificare il numero dei richiedenti.
La situazione tuttavia è rimasta invariata.
Non potendo disporre di un medico personale non ci sentiamo sicuri. Inoltre le università sono chiuse e chi tra noi è uno studente non può rivolgersi al servizio medico universitario.
In Irlanda l’unica misura che è stata presa è stata quella di chiudere le università e i pub, ma le persone continuano ad andare a lavorare, a frequentare ristoranti e bar come se nulla fosse, nonostante sia possibile osservare l’evoluzione della situazione in altri paesi come la Francia, la Spagna e in particolare l’Italia.
Siamo spaventati di cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni e ci sentiamo abbandonati dallo Stato italiano.
L’unica cosa che ora possiamo fare è affidarci a Voi, chiedendo la vostra collaborazione affinché più persone possibili vengano a conoscenza della nostra situazione e affinché qualcuno possa ascoltarci.