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Cronaca Teramo

Coronavirus Teramo, il comitato Area blu chiede il blocco delle imposte locali

Teramo. Areablu, come Coordinamento di Cittadini ed Amministratori, “sente il dovere di intervenire a sostegno di imprese, commercianti e cittadini stessi che, sopra tutti, stanno subendo a tutto tondo la crisi pandemica del COVID-19. La maxi manovra presentata dal Governo ha stanziato ben 400 miliardi di euro per garantire la liquidità alle aziende cercando di dare risposte macro economiche su cui non entriamo nel merito”.

“Tuttavia, avendo come associazione un’importante presenza sul territorio, vogliamo intervenire “a mani nude” sulle problematiche economiche delle città, dei paesi, delle frazioni e dei borghi che rappresentano la “vera anima” della nostra comunità provinciale ed il nostro tessuto connettivo. Infatti soltanto agendo sulle problematiche quotidiane e “di piccolo affare” si può evitare l’indebitamento con il sistema bancario bloccando per tempo quell’emorragia esiziale di liquidità altrimenti incessante”.

Areablu, per questo motivo, rilancia con forza quanto già messo in atto in alcune cittadine “ovvero una petizione on line per sollecitare il Governo centrale a quanto meno sospendere, se non addirittura annullare, tutti i tributi locali per l’intero 2020 per quelle piccole imprese, aziende artigiani e commercianti che sono il pilastro della nostra comunità. Tutto questo (nel rispetto dei codici Ateco, verificando le aziende che sono costrette a stare ferme da quelle che invece possono operare) potrebbe consentire loro di “respirare” evitando di spendere in servizi di cui non potranno usufruire essendo necessariamente chiuse per un tempo indeterminato ed indeterminabile”.

“Inoltre, il tavolo delle attività produttive di Areablu, prendendo spunto da quanto proposto dal Prof. Fabrizio Barca (già Ministro per la coesione territoriale del Governo Monti) sposa una proposta operativa che intervenga immediatamente per attutire la caduta di reddito delle famiglie rivolgendosi all’intera società italiana sostenendo ognuno in base alle sue differenti e singolari esigenze (“tutti sono colpiti, tutti sono tutelati, ciascuno in base alle sue necessità”). L’obiettivo primario consiste nell’evitare da subito il diffondersi dell’impoverimento e l’acuirsi delle disuguaglianze per mantenere anche e soprattutto la tenuta sociale e democratica del paese offrendo un sostegno immediato al reddito delle famiglie, essendo realisticamente introducibile nei tempi stretti imposti dalla situazione. Tale proposta prevede uno strumento costituito dall’introduzione del SEA o Sostegno di Emergenza per il Lavoro Autonomo (SEA). Questo sostituisce il bonus di 600 euro una tantum per gli autonomi, cogliendone e sviluppandone la novità di tutelare il lavoro autonomo. L’importo del SEA non è in somma fissa indistinta, come nella suddetta misura, bensì cambia in base alle diverse situazioni. Il suo obiettivo principale consiste nel sostenere chi è in più grave difficoltà: pertanto l’ammontare del contributo è determinato in modo progressivo secondo le condizioni economiche del nucleo del lavoratore autonomo. Il SEA punta, inoltre, a mantenere la capacità produttiva del lavoro autonomo e pertanto il suo valore è parametrato anche alla perdita di guadagno (in proporzione al proprio volume abituale di attività), supportando in modo più intenso chi ne è stato maggiormente colpito. Ovviamente tenendo conto della contingenza del momento tale misura deve essere applicata ai cittadini italiani ed europei prioritariamente perché, in una situazione di tale gravità economica e sociale, è fondamentale tutelare la coesione del nostro popolo e dei nostri cittadini. Il SEA chiaramente è una misura temporanea ed eccezionale e come tale deve presentata chiaramente all’opinione pubblica. La sua durata è uniformata a quella delle prestazioni straordinarie per il lavoro soprattutto autonomo o parasubordinato introdotte al seguito del diffondersi della pandemia”.