“Non solo”, aggiunge il Comitato, “addirittura si auspica l’ampliamento del deposito stesso e un incremento degli autobus. Probabilmente i sindacati ignorano e non conoscono il luogo dove sorge l’attuale autorimessa oppure sono in mala fede. Cari Sindacati, noi vi chiediamo: un deposito di una azienda di trasporto non dovrebbe essere recintato con cancelli che impediscano l’accesso ai non addetti ai lavori in modo da evitare pericoli per pedoni e autovetture magari dotandolo di videosorveglianza per bloccare furti, atti vandalici, e renderlo funzionale per la collettività con ufficio informazioni e con un punto vendita di titoli di viaggio come voi stessi richiedete?
C’è un piccolo particolare: tutto questo in via Colle Maralto, dove tutt’ora sorge il terminal, non è possibile realizzarlo perché non esiste lo spazio sufficiente. Infatti, è utile ricordare che l’autorimessa è appiccicata al Cimitero Comunale e che le manovre dei pullman, per uscire ed entrare nel deposito, avvengono in mezzo alla strada pubblica lambendo quotidianamente l’ingresso di abitazioni private oppure con autovetture e pedoni che transitano o addirittura nel bel mezzo di cortei funebri.
Forse I sindacati succitati ignorano che il 15 marzo 2015 in via colle Maralto è stata investita e uccisa, da un pullman che faceva manovra, una povera signora di ritorno dal cimitero. E forse ignorano anche che gli autobus, per coprire le varie corse e poi far ritorno, attraversano quotidianamente Viale del Teatro Romano, una strada che non ha l’agibilità per essere percorsa dai mezzi pesanti”.
Quello che continua a contestare il Comitato è che i sindacati “parlano di rispettare i diritti dei lavoratori e impiegati della TUA, ma non quelli dei cittadini liquidando anche l’aspetto dell’inquinamento ambientale e acustico come a dire: ‘Cari cittadini L’inquinamento è ineluttabile! Ora è toccato a voi, che ci volete fare, dovete rassegnarvi, tanto prima o poi si deve morire e visto che state vicino al cimitero magari siete già pronti rispetto ad altri”.
Ma la ciliegina sulla torta, riprendendo le parole dei Sindacati, è questa affermazione: ‘Ci chiediamo a questo punto cosa ne sarà dello storico deposito di Atri abbandonato e disprezzato da chiunque ma tanto caro ai lavoratori che farebbero di tutto per tenerselo stretto’. Avete capito?”, continua il Comitato cittadino, “un ecomostro formato da quattro pilastri di rozzo cemento armato che deturpa una delle zone panoramiche più belle della Città viene considerato Storico. Magari lo si potrebbe proporre come patrimonio dell’UNESCO? Che ne dite? La Cosa singolare è che, i Sindacati, che dovrebbero vigilare affinché si rispettino le norme di sicurezza e la salvaguardia della salute e l’incolumità dei lavoratori e dei cittadini, sono i primi a spingere affinché si resti nella totale illegalità.
Noi invece plaudiamo e appoggiamo l’iniziativa del Sindaco Ferretti che ha accolto la nostra decennale protesta e lo esortiamo a proseguire su questa strada nel tentativo di risolvere definitivamente il problema. Infine, siamo d’accordo sul fatto che bisognerà dotare la nuova area di servizi igienici e di locali scalda vivande dove gli addetti ai lavori possano trovare riparo e ristoro durante le intemperie”.