È finito ai domiciliari C.A. classe 93, albanese da anni residente a Nereto, che la scorsa notte è stato fermato dagli uomini del Nucleo Investigativo di Teramo e dovrà rispondere per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli uomini dell’Arma, impiegati nei servizi estivi di prevenzione sul territorio della provincia, hanno notato una Fiat Punto sul lungomare di Alba Adriatica che, sin dalla tarda serata del 20, si aggirava frenetica avanti ed indietro senza sosta tra i vicoli della città per poi passare sul lungomare e ripetere per decine di volte lo stesso percorso. Troppo anomalo il movimento, nonostante la serata affollata di fine estate sul lungomare di Alba Adriatica, per passare inosservato agli occhi dei carabinieri.
Insospettiti da tale atteggiamento perciò, gli uomini della Benemerita hanno quindi deciso, all’ennesimo passaggio della vettura, attorno alla mezzanotte, di fermare il mezzo.
Sorpreso dal controllo dei militari in borghese ed in evidente stato di agitazione, il giovane di 28 anni si è barricato in macchina rifiutandosi di uscire e, solo quando ha capito che non poteva più fare nulla, si è arreso ed è sceso dalla vettura cercando di giustificarsi, asserendo di non aver compreso che si trattasse di un controllo dei carabinieri.
Lo stato di elevata agitazione del giovane e le continue richieste di andare via celermente dal luogo del controllo hanno fatto scattare la perquisizione sul posto che ha consentito di recuperare 3.000 euro in contanti in banconote di diverso taglio e 4 dosi di cocaina. Alla luce del positivo riscontro quindi, i militari si sono recati nell’abitazione di Nereto del ragazzo dove, poco dopo, a seguito della perquisizione domiciliare, hanno recuperato ulteriori 46 dosi di cocaina, con pesi e confezionamento diversificato, per un totale di 60 grammi di sostanza stupefacente.
Il giovane, dopo le formalità di rito, è stato arrestato e ammesso alla detenzione domiciliare in attesa dell’udienza di convalida prevista nelle prossime ore.
L’albanese, da oltre 15 anni in Italia con regolare permesso di soggiorno, celibe e con piccoli precedenti di polizia, si è giustificato con i carabinieri affermando che il lavoro di operaio svolto per una ditta di Corropoli, con gli alti e bassi degli ultimi due anni dovuti alla pandemia, lo avevano indotto a dedicarsi ad una attività più remunerativa che gli consentisse di sbarcare il lunario in maniera più agevole.