A chiarire i termini della vicenda, che in queste ore è tornata ad animare il dibattito, anche politico, sono gli avvocati Fabrizio Antenucci e Antonio Di Gaspare, legali del Gattopardo. Questione nata poco più di una settimana fa, dopo che la proprietà dell’antica villa Chiarugi (ora Gattopardo, il noto locale notturno di Alba Adriatica) ha presentato in Comune un cambio di destinazione d’uso della struttura: da locale commerciale a magazzino e civile abitazione. E sui dubbi nati sulla validità delle licenze in essere sono emersi anche dei quesiti da parte del gruppo di minoranza in consiglio comunale, Città Viva, che ha posto delle questioni all’amministrazione comunale.
In giornata, però, la società che ha in gestione il locale, uno dei più frequentati del comprensorio, attraverso i propri legali hanno chiarito i termini della vicenda.
“Ci preme sottolineare”, scrivono in una nota i legali del Gattopardo, ” come i titolari della gestione siamo autorizzati a permanere nei locali in questione e, quindi, ad esercitare la relativa attività commerciale almeno fino alla data del 31 dicembre del 2021, che poi è quella fissata per via del blocco degli sfratti”.
La questione, infatti, è legata a doppio filo tra l’azione avanzata dalla proprietà della villa nobiliare e gestori della stessa: da una parte il cambio di destinazione d’uso depositato in Comune, che potenzialmente parlando sarebbe subito esecutivo, e la procedura di sfratto, congelata dalle norme Covid.
“Ogni eventuale richiesta di cambio di destinazione da parte della proprietà dominicale”, si legge ancora, “non può che avere nessuna efficacia fino al giorno in cui la stessa non ne riacquisisca il possesso nei modi e nei tempi previsti dalla Legge.
La vicenda, per come emersa e sviluppatasi nei suoi particolari, anche di natura documentale e contrattuale, fornisce gli estremi per una cospicua richiesta di risarcimento danni, tuttora in corso di valutazione”.